“Anni fa, rottamata tra le macerie di una demolizione, ho raccolto una vecchia statua di Madonna – scrive D’Augusta - gravemente danneggiata - dal tempo, dall’incuria, forse dalla guerra - evidentemente era stata ritenuta ormai inutile, inadeguata alle funzioni della liturgia, incapace di miracoli, non più degna di devozione, priva dei doverosi decori rosa e azzurri, priva anche di quella “grazia” di cui tutte le Madonne sono portatrici. Eppure quella Madonna sgangherata, nelle vistose crepe nel legno e nel gesso, sembrava riassumere le ferite di una umanità sofferente, e, nella dignità di simbolo, si caricava di poetica espressività e di una diversa, più profonda, bellezza. Sarà che noi riminesi abbiamo l’ombra di Fellini alle spalle, ma mi è sembrato che quella Madonna a fine corsa, buttata via, ridotta a cianfrusaglia di misero modernariato, avesse qualcosa in comune con la tenerezza, visionaria e laica, umanamente “religiosa” e pura, delle gelsomine felliniane. E poi c’è il Cristo appeso all’elicottero, memorabile incipit de “La dolce vita”, che sorvola i tetti e le terrazze di una Roma distratta e distante. Allora ho pensato che quella Madonna dovevo appenderla, in alto, e che fosse incombente e protettiva, anche minacciosa, e che fosse come una preghiera contro tutte le guerre: un Ex voto “Per Grazie Non Ricevute”. E così l’abbiamo appesa dentro il Teatro Galli (ma quale migliore sede?), austero e imponente come una cattedrale dell’orgoglio e della memoria riminese. La Madonna rottamata oscilla appena appena, e ascolta la musica”.
Una statua per le ‘gelsomine felliniane’, quale omaggio al Maestro nei giorni in cui il mondo ne celebra l’arte e la poetica: da oggi nella sala Poletti del Teatro Galli è esposta l'opera "Ex Voto P.G.N.R.", una Madonna in gesso e legno sospesa, evocazione del Cristo appeso all'elicottero, nella memorabile sequenza iniziale della Dolce Vita. Un omaggio di Vittorio D'Augusta a Federico Fellini.
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