E’ attraverso questo strumento, messo a disposizione dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che viene omogeneizzato a livello nazionale il lavoro degli assistenti sociali definiti “Case Manager” che andranno a definire con i beneficiari del Reddito di Cittadinanza delle progettazioni individualizzate denominate “Patto di Inclusione Sociale”. La piattaforma permette ai servizi sociali dei Comuni, per semplificare le procedure, l’invio di sms ai beneficiari della misura per la convocazione degli stessi ai colloqui previsti dalla normativa vigente.
Sono attualmente 2313 il numero dei nuclei beneficiari della misura (incluse le pensioni di cittadinanza) registrati nell’ambito territoriale di Rimini per i quali gli enti locali del distretto dovranno provvedere alle verifiche anagrafiche. Di questo numero una parte pari a 651 (di cui 528 in capo al Comune di Rimini) fanno parte della platea per la quale la normativa prevede la gestione in capo ai servizi sociali del Comune per l’attività e la gestione dei Patti di inclusione sociale, mentre un’altra quota di beneficiari sono affidati ai Centri per dell’impiego per la stipula del Patto per il lavoro, se nella famiglia almeno uno tra i componenti soggetti alle “condizionalità“ sia in possesso di almeno uno dei requisiti come assenza di occupazione da non più di due anni; essere beneficiario della NASpI ovvero di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria o che ne abbia terminato la fruizione da non più di un anno; avere sottoscritto negli ultimi due anni un Patto di servizio in corso di validità presso i Centri per l’Impiego.
I servizi del Comune di Rimini sono dunque impegnati in queste prime settimane per quanto di loro competenza alla convocazione dei nuclei per la valutazione preliminare dei componenti del nucleo e nei casi che presentino bisogni complessi alla definizione di un quadro di analisi multidimensionale attraverso l’attivazione di una Equipe Multidisciplinare al fine di avviare il percorso di attivazione sociale e lavorativa coinvolgendo, oltre ai servizi per l’impiego, altri enti territoriali competenti. Strategica nei casi complessi la valutazione multidimensionale, in cui attraverso il quadro di analisi approfondito si valutano bisogni e punti di forza della famiglia al fine di condividere con la famiglia gli interventi e gli impegni necessari a garantire il percorso di fuoriuscita dalla povertà che dovranno poi essere sottoscritti con il Patto per l’inclusione sociale.
A tutt’oggi, oltre a 145 casi di verifica dei requisiti residenziali e di soggiorno richiesti dal Patto per l’inclusione sociale, sono stati definiti una serie di progetti approvati dall’Equipe multidisciplinare (in assenza della Piattaforma) con le famiglie per i quali si sono assegnate misure di sostegno come 30 tirocini, 6 progetti con l’attivazione di un educatore, 8 consulenze famigliari, centri estivi per 25 minori.
Ad oggi 221 casi sono quelli affidati in ambito territoriale ai Case manager, la figura di riferimento che, occupandosi di compilare le schede dell'Analisi preliminare, del Quadro di Analisi e del Patto per l'inclusione sociale dei beneficiari Reddito di cittadinanza, accompagna la famiglia in tutto il percorso.
All’interno dei Patti di Inclusione Sociali i Case Manager potranno concordare con i componenti dei nuclei la partecipazione a progetti utili alla collettività (PUC) per un numero minimo di ore settimanali pari a 8. L’attività è esercitata a titolo gratuito e volontario dal privato cittadino ma resta in carico al Comune l’attivazione delle opportune assicurazioni che ha deciso di affidare al Centro di Servizi di Volontariato l’individuazione e gestione dei progetti utili alla collettività coinvolgendo le associazioni di volontariato del territorio.
L’insieme dei progetti che verranno definiti andranno a formare un catalogo che sarà inserito sulla piattaforma GePI e sarà utilizzato in fase di definizione del Patto.