Attenzione all’impatto ambientale, cura del biologico e del kilometro zero (con menù attenti alla nostra tradizione, tra i preferiti i sardoncini la seppia con i piselli), valorizzazione occupazionale.
Sono questi i punti di forza dell’offerta delle mense scolastiche biologiche del Comune di Rimini, che hanno fruttato un premio di circa 130 mila euro da parte del Ministero dell’agricoltura, che l’Amministrazione comunale ha deciso di investire per abbattere il costo delle rette della mensa per le famiglie riminesi, in base al reddito isee, e per assumere altro personale dalle categorie protette per sviluppare il servizio.
Sono ogni giorno circa 3.500 i pasti per la scuola di infanzia statale e comunale e le primarie che vengono servite a cura del Comune di Rimini. La scelta importante è stata fatta all’inizio del Covid, quando a fronte di una larga parte di amministrazioni locali che si sono indirizzate sull’utilizzo dei piatti monouso, Rimini ha invece scelto di utilizzare la ceramica. Questo ha significato un maggiore costo (totalmente assorbito dal Comune di Rimini, senza incidere sul costo della retta) ma soprattutto una logistica più complessa, dalla preparazione, al trasporto, fino al lavaggio e al riuso. Un maggiore sforzo che ha però portato a ricadute positive importanti, sia a livello ambientale che occupazionale. Per garantire la qualità del servizio, a fronte di un maggiore onere organizzativo, il Comune di Rimini ha infatti assunto quindici persone, soprattutto donne, individuate tramite le liste delle categorie protette.
“Investire nella qualità – spiega Chiara Bellini, Vicesindaca con delega alle politiche educative del Comune di Rimini – significa non solo offrire un servizio migliore, ma anche innescare un ciclo virtuoso in grado di sviluppare economie, assunzioni e sgravi per le famiglie. In tempi di crisi abbiamo scelto di puntare su scelte coraggiose, anche grazie all’ascolto dei suggerimenti del personale e delle famiglie. Un dialogo aperto che, dopo gli ostacoli legati al covid, contiamo di tornare a sviluppare a pieno. Penso alle commissioni mensa, e a tutte quelle occasioni di confronto diretto tra famiglia e scuola fondamentali, così importanti per mantenere alti gli standard qualitativi. Un servizio che stiamo mettendo a sistema per continuare a sviluppare, ogni anno, nuove opportunità e proposte in grado, da una parte, di intercettare le richieste delle famiglie e, dall’altra, di allargare la qualità dei menù a quella dell’ambiente e dell’occupazione”.