I nuovi orari del trasporto su rotaia che entreranno in vigore dal 12 dicembre pongono alcune doverose riflessioni.
Le novità non riguardano tanto i treni regionali, ma hanno implicazioni più impattanti per le frecce, dunque per l’alta velocità. Il primo punto è proprio questo, e riguarda il significato stesso del termine, alta velocità. Nella tratta Rimini Milano sono state inserite infatti alcune fermate intermedie che renderanno più lungo almeno di una decina di minuti l’effettuazione del percorso. Da un lato è comprensibile l’adozione di una soluzione che temporaneamente dia una risposta alle esigenze di connessioni per affrontare anche le esigenze dei pendolari tra i vari capoluoghi, ma dall’altro il moltiplicarsi delle fermate potrebbe minare le esigenze stesse del servizio a lunga percorrenza. Questa situazione manifesta l’urgenza di completare prima possibile gli investimenti sulla rete ferroviaria sul nodo di Castel Bolognese per consentire di avere in tempi rapidi le tracce e gli spazi per migliorare la frequenza e circolazione dei treni. Può, deve, essere questo l’avvio improcrastinabile di un programma di investimenti che velocizzi tutta la dorsale adriatica all’insegna dell’alta velocità. A tal proposito penso che il fatto che già oggi i passeggeri, gli enti territoriali spingano per avere fermate in corrispondenza dei principali capoluoghi sua un segno di come è fondamentale che i servizi di AV nel cuore delle città, principali nodi di interscambio e mi lasciano molto perplessa proposte diverse che prevedono creazioni di fermate e infrastrutture decentrate e non in contesti urbani già serviti da tutti gli altri collegamenti.
Solo integrando i servizi e le varie modalità di trasporto e mettendo al centro le esigenze e il bisogno dei passeggeri nelle future pianificazioni riusciremo a garantire un servizio di trasporto più efficace, veloce e integrato a servizio di tutta la Romagna.