Sono di oggi le notizie, riportate dalla stampa specializzata nazionale, circa la scelta del Governo di stralciare dal Disegno di Legge sulla concorrenza la parte riguardante le gare per stabilimenti balneari e commercio ambulante
Si è preferito imboccare una strada di compromesso: attivare per 6 mesi una ricognizione e un censimento aggiornato delle concessioni, anche rispetto agli incassi, orientandosi in questa fase verso la trasparenza.
Questa sospensione semestrale, figlia di una dialettica tra partiti nazionali, può essere letta in 2 modi. Il primo è l’attenzione con la quale evidentemente l’Esecutivo si vuole muovere su una materia delicatissima e cioè con un quadro chiaro e attualizzato di una situazione molto complessa e frastagliata anche a livello territoriale. Sei mesi per avere un quadro completo con il quale e grazie al quale poi assumere la decisione definitiva, in dialogo con l’Europa. Ma è chiaro che questo temporaneo ‘congelamento’, seppur motivato da una dichiarata e comprensibile volontà di trasparenza, non aiuta a risolvere lo scenario confuso e precario sul tema delle spiagge, che si protrae ormai da tempo e che lascia nudi gli stessi Enti locali nella gestione della cosa. Conosciamo bene il ‘tutti contro tutti’ tra legge di proroga al 2033 e eterogenei pronunciamenti dei vari livelli di giustizia circa la liceità o meno della stessa. Nessuno o quasi, in queste condizioni di incertezza, potrebbe/vorrebbe investire sulla riqualificazione del bene in gestione. Che occorra fare chiarezza immediatamente, lo chiedono gli stessi operatori balneari. Ora, voglio pensare che la mossa del Governo vada nella direzione di ‘spogliare’ il dibattito da posizioni semi ideologiche per stare sul pezzo, e cioè sul merito, del problema. Se tra 6 mesi le decisioni serviranno a sgomberare il campo dalle nebbie, allora non sarà stato tempo perduto. Vediamo. Certo è che, calendario alla mano, il semestre di censimento scade proprio a ridosso dell’estate 2022”.