In una recente studio la Cgia di Mestre ha messo nero su bianco l’impatto della pandemia sul mondo dei lavoratori indipendenti e delle partite Iva, quelle piccole realtà che di fatto rappresentano l’ossatura del nostro tessuto imprenditoriale e dell’economia delle nostre comunità.
In un anno e mezzo, da febbraio 2020 ad agosto 2021, in Italia il numero complessivo dei lavoratori indipendenti è sceso del 5,8%, una crisi che ha colpito il cosiddetto popolo delle partite Iva riconducibile - oltre ai vulnus ormai endemici del nostro sistema, quali la burocrazia e la mancanza di credito - a fattori legati all’emergenza sanitaria, come le chiusure delle attività e il crollo dei consumi delle famiglie.
Una fotografia che evidenzia come in questa fase di ripartenza, con i settori della nostra economia che si sono progressivamente rimessi in moto e con la fase più critica dell’emergenza che sembra essere ormai alle spalle, sia indispensabile garantire un supporto alla piccola e media impresa, settore che nel nostro territorio sembra aver retto l’ondata d’urto meglio di altre realtà. I dati pubblicati da Infocamere per il secondo semestre del 2021 indicano infatti come il nostro tessuto imprenditoriale sia tutt’altro che fermo: crescono le imprese registrate e le imprese attive, così come aumentano le iscrizioni (+1,63%) con un saldo positivo di 311 attività, tra i più alti in regione.
Un trend positivo che dà il polso di come, mai come in questa fase storica, sia prioritario mettere nelle condizioni chi investe di poter avere gambe e fiato per riprendere a correre, occorre sostenere chi scommette sull’innovazione e sul futuro. Dovrà essere un impegno del Governo centrale, superando la logica dei soli ristori e intervenendo su quei freni strutturali che rallentano la ripresa, dal sostegno all’accesso credito e misure fiscali e di protezione del reddito per le partite IVA, tanto però si può fare anche sul piano locale. Da tempo il Comune di Rimini ha proposto la no tax area, un pacchetto di misure a sostegno del commercio che sarà rinnovato e irrobustito, ma i contributi non bastano. Occorrerà accelerare sullo snellimento degli iter procedurali, la digitalizzazione delle pratiche, su tutto ciò che può agevolare chi fa impresa. Nella fase di emergenza l’Amministrazione era intervenuta con misure tampone per dare respiro alle attività più colpite dalla crisi, oggi invece è tempo di programmare e costruire il futuro per lo sviluppo della nostra economia”.