Le statistiche Istat degli ultimi vent’anni e le elaborazioni realizzate dal Sole 24 Ore del lunedì, fanno emergere un quadro molto problematico sul crollo della natalità nel nostro Paese
Alle difficoltà oggettive delle famiglie e dei giovani, che vedono davanti a loro un futuro incerto e con tanti punti interrogativi, c’è anche forse una componente che ha a che fare con contesti che spingono alla centralità dell'individuo piuttosto che della famiglia. È forse anche una componente egoistica, questo almeno il mio pensiero. Da qualche decennio, in Italia, si è affermata una cultura che ha messo fuori dall’orizzonte delle priorità i figli. Nell’ansia collettiva in cui viviamo, nella competizione crescente nell’ambito del lavoro, sono posti un po’ in secondo piano nella gerarchia delle ‘urgenze’, sebbene non manchi la voglia di famiglia.
Quello che possiamo fare noi, come comunità, come amministrazione locale, è però dare una linea politica definita alle nostre scelte, tenendo come ‘bussola’ una determinata visione di città: una città che si riadatta e ripensa in base ai bisogni e alle nuove istanze dei cittadini, a partire dai più giovani. È una precisa direzione di futuro che ci siamo dati, e di cui il programma di legislatura da poco presentato ne è una dimostrazione. La gratuità degli asili nidi per le famiglie con redditi annui medio bassi (sotto i 26 mila euro), l’introduzione di nuovi criteri di accesso alle scuole di infanzia. Le misure volte all’inclusione sociale, le strutture a supporto degli adolescenti e dei genitori, il sostegno all’abitare, all’handicap e quello rivolto alle famiglie più numerose, attraverso bandi specifici. Per non dimenticare, poi, gli investimenti sull’istruzione e sul diritto allo studio, ben consapevoli che è dalle scuole, dalle università e dai luoghi del sapere che si può riattivare l’ascensore sociale, ormai troppo arrugginito, e si possono cominciare a combattere le diseguaglianze. Tutto questo però da solo non basta, se non c’è un ripensamento anche su scala nazionale e globale di società, che metta al centro una cultura capace di dare spazio e di riscoprire il valore delle relazioni e della pluralità.
Una tematica che deve richiamare l'attenzione di tutti quegli organi che rappresentano un punto di riferimento per le comunità per dare vita a un ragionamento più integrato, fatto di più voci, perché questa questione non cada nel vuoto ma si trasformi in un impegno per il futuro”.