Incrementare e riqualificare l’intero patrimonio di edilizia popolare.
Nei prossimi anni l’emergenza abitativa dovrà diventare sempre di più una priorità di azione dell’Amministrazione pubblica, attraverso un obbiettivo di fondo, chiaro e condiviso, ovvero incrementare e riqualificare l’intero patrimonio di edilizia popolare. La casa, ma più in generale l’abitare, e con esso intendo coprire le spese di manutenzione, utenze e affitti, è uno degli ambiti in cui le famiglie italiane, stremate dal protrarsi della pandemia sanitaria, sono entrate più in crisi.
Un quadro di emergenza che senza adeguati interventi da parte del Governo, rischia di esplodere. Se il blocco degli sfratti e delle esecuzioni immobiliari, varato dal Governo con il decreto legge "Sostegni", ha fino ad oggi tenuto sottotraccia il fenomeno, con la fine delle misure emergenziali, come il blocco degli sfratti, già da diversi mesi sono tornati a chiedere aiuto ai diversi sportelli cittadini già un centinaio tra famiglie e cittadini. Un numero che, nei fatti, è sicuramente più alto, perché quello della casa è un problema trasversale e può passare non solo da una esplicita richiesta ai servizi legata al sostegno all’abitare, ma essere una delle concause di problematiche legate, per esempio, alle responsabilità genitoriali con minori. Per questo sarebbe necessaria, a mio parere, una presa di coscienza da parte del legislatore, per interventi su scala nazionale e regionale, in grado di accompagnare questa difficile fase di passaggio, per altro in un contesto di emergenza sanitaria non ancora superata.
L’Amministrazione comunale dal canto suo, sta intervenendo direttamente per garantire una variegata serie di servizi (si va, appunto dall’emergenza abitativa, fino al sostegno al pagamento delle bollette, dai contributi affitti al sostegno alla morosità incolpevole). Investimenti consistenti che hanno permesso di arginare le conseguenze più estreme, anticipando in parte alcuni interventi specifici per affrontare le criticità legate all’abitare, già nel corso del 2021, con più di un milione di euro dedicati.
Ma tutto questo, è evidente, non può essere sufficiente. L’emergenza in atto non può essere affrontata con interventi una tantum che, per quanto necessari e corposi, risultano utili più per tamponare fasi temporanee di disagio.
Un piano pluriennale per l’edilizia residenziale pubblica
Quello che serve è un vero e proprio piano per l’edilizia residenziale pubblica – che passa sia per la riqualificazione che per le nuove costruzioni - di ampio respiro e di portata pluriennale, senza tralasciare il rapporto con i privati per aumentare in maniera esponenziale gli accordi sugli alloggi sfitti.
Sul primo elemento, sono in contatto continuo con l’ACER per gestire al meglio questo passaggio storico fondamentale per l’edilizia residenziale pubblica. Con loro sono già stati avviati programmi e bandi principalmente legati al PIERS del Comune di Rimini per l’area Stadio (36 alloggi, 24 in Erp e 12 in Ers) e al PINQUA nell’area dell’ex Mercato Ortofrutticolo e di via Balilla (52 alloggi, 12 in Erp e 40 in Ers). Una collaborazione specifica che si aggiunge a quella, più generale, che vedrà sul più ampio fronte della provincia riminese, l’immissione di quasi 150 nuovi alloggi popolari.
Si tratta di interventi e risorse che concretizzano quello che è un obbiettivo prioritario dell’amministrazione comunale per i prossimi anni, individuando nel fattore casa quella premessa in grado di garantire opportunità future di crescita e sviluppo, economico e sociale.