Progettualità post-scolastiche, educative e socializzanti, in stretta collaborazione con le scuole e il terzo settore.
Coniugare i bisogni e i tempi delle famiglie con l’esigenza di una città in cambiamento e con quella dei ragazzi stessi che, dopo lunghi periodo di isolamento, necessitano di passare ancora più tempo con i compagni. Un obbiettivo per il quale è necessario il ripensamento, sia a livello organizzativo che concettuale, di alcuni servizi fondamentali, tra i quali quello del tempo pieno scolastico. Sono sempre di più le famiglie riminesi a richiederlo, con un numero di domande più alto dei posti disponibili, e una dislocazione geografica non omogenea nelle diverse zone della città. Una complessità che abbiamo intenzione di affrontare, a partire dal ripensamento - se non l’eliminazione - dello stradario per l’assegnazione dei posti a tempo pieno, uno strumento pensato per una idea di famiglia e città che non rispecchia più la realtà di oggi e che, nei fatti, risulta superato. Se una volta la scuola primaria era quella della prossimità, del quartiere, del vicinato - giustificando così uno stradario figlio delle esigenze di quella società -oggi le famiglie scelgono in base alle logistiche legate ai tempi di lavoro, di fatto, con criteri diversi da quelli della mera vicinanza geografica a casa. Se una volta la scuola era quella dove i nonni andavano a prendere i nipoti, tenendoli con loro fino all’arrivo dei genitori, oggi le famiglie vivono spesso lontane da reti parentali e con orari diversi da quelli pensati per i servizi scolastici. Una complessità che stiamo interpretando e sulla quale siamo determinati ad intervenire con gli strumenti a nostra disposizione.
Quali soluzioni?
E’ bene ricordare, per fare chiarezza, che l’assegnazione degli insegnanti per garantire l’attivazione di classi di tempo pieno è di esclusiva pertinenza del ministero dell’istruzione (MIUR) - al quale abbiamo sollevato a più riprese la questione - mentre i servizi per il diritto allo studio - come supporto educativo per l’handicap, mense e trasporto pubblico - sono di pertinenza del Comune di Rimini. Su questi ultimi saremmo già in grado di dare risposta ad un eventuale ed auspicato aumento di nuove classi a tempo pieno.
Una soluzione lineare, che però si scontra con le contingenze del momento e la difficoltà del ministero dell’istruzione nel rispondere alla richiesta di maggiore organico. Per questo stiamo lavorando anche a soluzione inedite da poter presentare, per un confronto, ai dirigenti scolastici .Pensiamo a progettualità post-scolastiche, educative e socializzanti, in stretta collaborazione con le scuole e il terzo settore. Un luogo dove i ragazzi possano fare esperienze che vadano aldilà dell’apprendimento ordinario e dove si possano sperimentare percorsi laboratoriali, atelier, attività sportive o all’aria aperta, workshop di teatro e di danza. Uno spazio da interpretare non tanto come una modalità per occupare il tempo dei ragazzi e garantire maggiore libertà alle famiglie, ma come spazio di innovazione educativa vera e propria.
Una proposta coerente con una idea di città aperta e inclusiva, dove le scuole possano rimanere aperte il pomeriggio, nel quale i ragazzi possano esprimersi anche in ambiti diversi da quelli strettamente scolastici, e grazie alle quali tante famiglie possano trovare risposte ai bisogni ma anche stimolo alle loro potenzialità.