Erano una ventina, questa mattina, i gestori dei nidi e asili privati presenti nella sala Giunta del Comune di Rimini, invitati dalla Vice Sindaca con delega alle politiche educative, Chiara Bellini, per un confronto sull’introduzione delle nuove misure di sostegno alle famiglie per l’accesso ai nidi.
Una misura triennale che, a partire dal prossimo anno scolastico, prevede l’introduzione della gratuità del nido per le famiglie con redditi medio bassi, e cioè con un ISEE sotto i 26 mila euro, per i nidi comunali in gestione diretta e per i nidi affidati in convenzione (in gestione all’ASP Valloni Marecchia).
La riduzione delle rette riguarda anche i nidi privati autorizzati presenti sul territorio comunale: il Comune stanzierà infatti risorse aggiuntive pari a 200 mila euro in più (che si sommano agli attuali 50 mila euro, per un totale di 250 mila euro) per garantire l’applicazione di consistenti riduzioni anche per le famiglie che sceglieranno questi servizi.
“Il concetto alla base delle decisioni già presentate in sede di bilancio – spiega la Vice Sindaca Bellini - è quello di sostenere le famiglie attraverso un sistema di contributi a carattere triennale, che vanno nella direzione di sostenere in maniera sinergica, equilibrata ed equa il sistema di offerta pubblico privato riminese di qualità. La gratuità, a determinate condizioni, dei nidi comunali, va infatti di pari passo al sensibile aumento delle risorse dedicate ai privati. Da loro, questa mattina, abbiamo ricevuto molte e costruttive sollecitazioni riguardo la possibile declinazione pratica di queste risorse. Abbiamo iniziato un percorso di ascolto e confronto che svilupperemo in maniera più strutturata, già dal prossimo futuro. L’idea è quella di costruire, insieme al contributo di tutti, un percorso di trasformazione dei criteri di accesso e di fruibilità dei servizi educativi, in grado di leggere la complessità della società attuale, piuttosto che riflettere quella di qualche decennio fa. Ho ribadito infine che al centro delle nostre decisioni ci sono le famiglie riminesi, con i loro bisogni (acuiti, dopo la pandemia sanitaria). Le risorse stanziate vanno nella direzione di metterle nelle condizioni di poter scegliere con maggiore libertà e meno vincoli economici, la struttura e la soluzione più adatta alle loro esigenze”.