Una crescita esponenziale non solo rispetto al 2020, ovvero la prima estate in tempi di covid-19, ma anche a quella 2019, quando ancora non si era verificata in tutta la sua drammaticità la pandemia sanitaria.
Parliamo dei contributi economici dedicati dal Comune di Rimini, con fondi propri, per quelle famiglie che hanno deciso di iscrivere i propri figli, fino ai 3 anni, nei centri estivi riminesi, nei mesi di luglio ed agosto. A chiusura del bando, che era stato aperto nell’ultima settimana di giugno, sono infatti state 114 le domande pervenute agli uffici di via Ducale. Un numero inaspettato, se si pensa che nel 2020, per la stessa misura, ne erano arrivate solamente 14 ma, anche nel 2019, si erano comunque fermate a 63.
Di cosa si tratta?
“voucher” mensili a favore di minori – compresi tra i 3 e i 36 mesi - che frequenteranno, nei mesi di luglio ed agosto 2021, i centri estivi nel territorio comunale di Rimini. La Regione Emilia-Romagna finanzia già i voucher per i bimbi dai 3 anni in su che frequentano i centri estivi. Rimaneva così scoperta la fascia fino ai 36 mesi, che il Comune di Rimini ha deciso di coprire investendo risorse del proprio bilancio. Rimini ha così previsto contributi che vanno dai 250 ai 350 € mensili (per luglio e agosto) rivolti alle famiglie che hanno un ISEE inferiore ai 35.000 euro.
“Un aumento di domande inedito che – spiega l’assessore ai servizi educativi Mattia Morolli – si presta a qualche importante riflessione. La prima, forse la più ovvia, è che dopo l’isolamento del lockdown, torna la voglia e il desiderio di socializzazione per i nostri figli. Il secondo è la fiducia diffusa negli strumenti di sicurezza sanitaria impostati per rendere sicuri i luoghi di socializzazione. La terza invece è quella che deve fare più riflettere, e riguarda le difficoltà economiche post pandemia. É vero che, almeno in parte, l’aumento delle richieste di contributo economico sono riferibili all’aumento della soglia isee di accesso. Ma questo non può giustificare una impennata così elevata delle richieste che, con ogni probabilità, evidenziano anche una difficoltà economica crescente nelle famiglie riminesi. Il dato positivo è quello che, essendo per definizione il centro estivo un servizio per genitori che lavorano; questo significa dunque che l’economia riminese si sta rimettendo in moto, un segnale dunque anche di speranza. Per concludere, ho sempre pensato e lavorato ad un welfare dinamico, in grado di modularsi secondo i bisogni reali delle persone, dinamico e fluido. La scelta di integrare anche fino ai 3 anni, con risorse del nostro bilancio, i contributi che la Regione garantisce per i bimbi più grande, evidentemente, premia. Non solo, rispetto allo scorso anno abbiamo innalzato la soglia di accesso isee da € 28.000 a € 35.000 per ampliare l'accesso a più famiglie, consapevoli che tutti hanno subito gli effetti della pandemia, anche famiglie solitamente non aggredite da problemi economici. L’idea, più in generale, è quella di sviluppare servizi sempre più calati nella realtà mutevole dei nostri giorni, ascoltando i bisogni delle famiglie, dei cittadini, del tessuto socioeconomico riminese”.