La delibera che arriverà al voto del consiglio comunale racchiude alcuni dei provvedimenti già messi in campo nell’immediato dall’Amministrazione quali:
1) la sospensione fino al 31 luglio 2020 della scadenza della prima rata della Tassa sui rifiuti (TARI), prevista al 31 maggio 2020;
2) di concedere una tolleranza rispetto alle scadenze di pagamento e di non applicare sanzioni, sino al termine del 31 luglio 2020, a tutti coloro che risulteranno non aver effettuato il versamento del canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (COSAP), oltre che del canone per l’installazione dei mezzi pubblicitari e dell’imposta Comunale sulla pubblicità alle scadenze previste;
3) la proroga al 31 luglio 2020 del versamento delle tariffe per dell’uso degli impianti sportivi comunali e delle tariffe dei servizi educativi (a partire dal bimestre gennaio – febbraio 2020).
A queste misure si aggiunge lo spostamento della scadenza del riversamento dell’imposta di Soggiorno fino al 16 luglio, deliberato dalla Giunta comunale.
Con ordinanza della protezione civile inoltre si è intervenuti a sostegno per le fasce deboli della popolazione per la solidarietà alimentare. A Rimini è stato corrisposto l’importo di circa 866 mila euro, utilizzato per dare un supporto a circa 5.700 famiglie, attraverso buoni spesa per l’acquisto di beni di prima necessità (1.700 beneficiari) e i circa 4mila pacchi viveri, per un valore variabile tra i cinquanta e i sessanta euro l’uno, a disposizione dei cittadini più in difficoltà su valutazione degli assistenti sociali e protezione civile.
“Con questo provvedimento – spiega l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasini – andiamo quindi a congelare le scadenze e differire i versamenti, un primo modo per dare ossigeno a cittadini e piccole imprese. Sono prime misure, nell’attesa di poter fare un’analisi economica finanziaria più puntuale e soprattutto di capire quale sarà il quadro normativo. Potremo in futuro adottare ulteriori proroghe o slittamenti, ma misure più strutturali devono passare inevitabilmente da revisioni legislative, coordinati a livello nazionale e regionale. In questa fase non ci sono indicatori certi per poter impostare una manovra finanziaria coerente ed è chiaro che, permanendo l’obbligo di chiudere i bilanci in pareggio, prima di ogni azione si dovrà tenere conto del minore gettito conseguente all’emergenza sanitaria”.
Attraverso un’indagine condotta tra i Comuni, l’Anci ha stimato un calo del 53 per cento delle entrate tributarie, e del 22 per cento per le entrate tariffarie, con ovvie ripercussioni sui bilanci e di conseguenza sulla sostenibilità delle spese e quindi dei servizi per i cittadini: raccolta rifiuti, trasporto pubblico, servizi sociali. Una parziale stima effettuata sul I semestre 2020 porta, per il Comune di Rimini, minori entrate pari a 25,3 milioni. Di questi, 6,6 milioni fanno riferimento alla Tari, su cui “deve essere avviata una riflessione normativa – spiega l’assessore Brasini – Con Anci, Regione e Atersir stiamo cercando con non poche difficoltà di rivedere i meccanismi regolatori, ma serve un nuovo quadro legislativo che riguardi non solo la Tari, ma tutti i servizi pubblici legati al gettito”.
“L’analisi di contesto è chiara – prosegue Brasini - ma molto più complesso è oggi individuare misure di intervento efficaci non avendo sufficienti riscontri in termini di risorse straordinarie per i comuni e soprattutto norme che permettano modalità d'intervento in tanti settori, quali ad esempio i servizi regolati come i rifiuti e il trasporto pubblico. Sappiamo che le imprese del nostro territorio sono e saranno particolarmente colpite: chi produce servizi e non beni durevoli avrà maggiori difficoltà e tempi più lunghi per la ripartenza. Per questo motivo sarà fondamentale il tavolo regionale e il tavolo provinciale sul lavoro, che in sinergia con l categorie dovrà trovare gli strumenti da mettere in campo, nella cornice decisa su livelli più alti.
La crisi da pandemia produrrà senza dubbio grosse criticità nei bilanci degli enti locali dei prossimi anni e anche per il Comune di Rimini si apre una fase delicata nella quale sarà imprescindibile una oculata revisione della spesa - prosegue Brasini - Lo stato centrale non può ritardare di molto un intervento diretto, che abbia un respiro almeno triennale e che consenta di ritrovare gli equilibri finanziari in un lasso di tempo ragionevole. In queste ore si parla dello stanziamento di tre miliardi e mezzo per Comuni, province e città metropolitane, frutto del confronto tra Anci, Upi e governo sul Fondo, che serviranno a coprire nell' immediato le perdite di gettito causate dall' emergenza Coronavirus.
Bene, ma non basta: attraverso Anci avevamo chiesto altre misure, come la riduzione degli accantonamenti del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, un’accelerazione e revisione dell’utilizzo dei fondi europei, l’utilizzo di avanzi di amministrazione destinati agli investimenti per il finanziamento di spese correnti connesse con l'emergenza e per fronteggiare eventuali squilibri di bilancio. In ogni caso gli effetti negativi di questa situazione sull'economia locale e sulla finanza pubblica non potranno mai essere pienamente "sterilizzati" da interventi di soggetti terzi e pertanto la direzione non potrà essere che quella di una condivisione solidale tra enti pubblici di vario livello e tessuto economico locale degli effetti negativi di questa contingenza”.