Per questa Amministrazione il punto di equilibrio è sempre quello più spostato verso linteresse generale.
Inoltre deve essere chiaro che non esiste una sorta di doppia morale dove da una parte ci si spella le mani quando si dice STOP al mattone ma poi, quando è ora di passare dalle parole ai fatti nascono i distinguo. La complessità e la delicatezza dellurbanistica richiedono coerenza e linearità nei comportamenti.
Occorre allora che si faccia chiarezza anche su quanto successo ieri in III Commissione: a partire da che cosa era in discussione. Deve essere chiaro che ieri non si discuteva di diritti acquisiti come qualcheduno vuol fare intendere. Ieri i Consiglieri Comunali si sono trovati a discutere per la prima volta (escludendo il rinvio della scorsa seduta dove non si è entrati nel merito) della richiesta di Varianti Urbanistiche richieste dagli stessi proprietari e tecnici dei Piani Particolareggiati.
Se gli stessi proponenti le varianti si fossero accontentati di fare ciò che il PRG prevede forse questi piani avrebbero già concluso il loro iter prima, non tanto che intervenisse questa Amministrazione, ma addirittura il PSC.
E invece? Invece si è voluto provare a chiedere di più. Una destinazione duso più redditizia per le Celle; ma cosa diremo, e cosa diranno, ai cittadini della zona quando, di fronte a previsioni diverse aumenterà il carico di traffico, linquinamento, peggiorando la qualità della vita?. Unaltezza che consentisse un piano in più a Santa Giustina per poter sfruttare tutta la capacità edificatoria perché 80 alloggi non bastano e se ne vogliono fare 120. Se non cè la strada non centra, se ci si immette a raso su una Statale dove già ci sono i lenzuoli alle finestre per il traffico non importa.
Certo chiedere è legittimo sta nelle regole dellurbanistica ma che adesso si voglia far credere che un Consigliere, che ha esclusiva competenza in merito di varianti urbanistiche, che vede per la prima volta una richiesta di variante al PRG, sia obbligato a votare favorevolmente altrimenti lede un diritto dei cittadini mi pare francamente una forzatura. Il diritto dei cittadini è quello stabilito dalle norme vigenti al momento dellapprovazione.
Se poi a questo ragionamento cè chi affianca anche teorie di risarcimento dei danni si sfiora o la malafede o lindebita pressione. Stupisce tanto più se tale ragionamento viene fatto da chi sventolando tessere di partito e abilitazioni professionali ha passato la propria vita tra lessere dirigente del Comune, di aziende pubbliche dal quale poi ha ricevuto incarichi professionali una volta in pensione. Con tale curriculum le norme di pubblica amministrazione dovrebbero essergli note.
Ci siamo presentati agli elettori con un messaggio chiaro e forte la città deve uscire dal consumo del territorio. Il nostro mandato, in città e per la città, è quello daffermare i diritti alla qualità della vita, i diritti sociali di tutti i cittadini che si affermano con unidea di città nuova che abbiamo anche focalizzato con il Masterplan. Non abbiamo dubbi, di fronte allinteresse, pur legittimo, di una o due persone stiamo dalla parte dei cittadini. Piaccia o meno, questo è il contratto che lAmministrazione comunale e i cittadini di Rimini hanno sottoscritto alla luce del sole, non più tardi di un anno e otto mesi fa.
E questo contratto, piaccia o meno, questa Amministrazione comunale ha scelto di rispettare in ogni sua parte, non tanto e non solo per coerenza ma per rispetto di quei cittadini e di quella comunità allargata che, evidentemente, ancora per tanti è solo un riferimento valido sulla carta.