Una straordinaria arena per la cultura e gli spettacoli in piazza Malatesta, la dichiarazione del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi

“E’ stato ampiamente argomentato sull’opportunità di riconsegnare ai riminesi una fruizione arricchita di quello spazio tra castello e teatro che deve tornare a vivere come uno dei più prestigiosi luoghi identitari della città, percorso complesso che passa attraverso la rottura di consuetudini e incrostazioni consolidate.
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Tra le altre cose con la pedonalizzazione della piazza, l’eliminazione del parcheggio, l’inserimento di funzioni attrattive temporanee aperte al pubblico. In questo contesto, dotare un’area pregiata del centro storico di possibilità logistiche per realizzare eventi spettacolari di qualità per 12 mesi all’anno, come avviene in numerose città non solo italiane, è una scelta che offre un pregevole valore aggiunto alla riqualificazione di un luogo denso di stratificazioni storiche come piazza Malatesta.

Quello spazio che attraversa e ricongiunge secoli di tragedie e splendori, rappresenta uno scenario di rara potenza evocativa, i cui contorni sembrano usciti da una sceneggiatura di rimandi medioevali e ottocenteschi affidata alla matita di uno scenografo. Difficile rintracciare una scenografia naturale così suggestiva, dove un castello medievale e un teatro ottocentesco fanno da fondale a una platea di un incantevole teatro a cielo aperto. La prima motivazione di una piazza che si trasforma temporaneamente in un’arena di spettacolo sta dunque in quel binomio di incredibile fascino che restituiscono il teatro e il castello se messi a dialogare fra loro per finalità culturali, in uno sfondo unico e irripetibile.

Oltre al fascino, quella porzione di piazza fra i due monumenti possiede una dimensione interessante per eventi di spettacolo, adatta ad ospitare un pubblico sufficientemente numeroso, attratto come è noto dalla qualità dell’evento e dalla magia dei luoghi delle rappresentazioni. Una capienza che può essere molto utile anche al sostegno economico dei progetti di spettacolo che si possono realizzare.

Naturalmente oltre alla magia del luogo, unita alle dimensioni della platea ospitante, un luogo temporaneamente adibito a spettacolo ha necessità di condizioni tecniche, logistiche e funzionali che rendano possibile fare accadere ciò che sul palcoscenico viene rappresentato. Sul retro di un qualsiasi palcoscenico per rappresentazioni importanti all’aperto, deve essere allestita un’area che contiene in scala ridotta tutte le funzioni che all’interno di un teatro fanno funzionare il palcoscenico, dai camerini, ai quadri elettrici, agli spazi di deposito di scene o strumenti, fino alla funzionalità scenica del retropalco e di tutto ciò che deve accadere dietro le quinte. Quelle condizioni tecniche e funzionali, che in un altro luogo di spettacolo all’aperto andrebbero allestite di volta in volta, ci sono già a portata di mano nel teatro che fa da sfondo agli spettacoli nell’arena di piazza Malatesta.

Dunque una funzione orientata allo spettacolo, come contributo alla riqualificazione qualitativa dell’area, ricavata in una concentrazione di valori simbolici ed estetici di uno spazio nuovamente affascinante, in presenza di dimensioni e condizioni tecniche ottime, qualcosa che nell’insieme non sarebbe riproducibile in altri luoghi della città con lo stesso impatto e con la stessa funzionalità. Testimoni immobili e custodi premurosi di un fluire secolare, il castello medievale e il teatro ottocentesco tornano a custodire uno spazio che diventa un polmone di bellezza, fatto di suoni e silenzi, pieni e vuoti come solo una partitura musicale o un testo teatrale possono fare. Come avviene nella più nobile tradizione dei festival più prestigiosi, da Salisburgo a Spoleto al Maggio Fiorentino, squarci di città diventano quinte naturali per memorabili rappresentazioni spettacolari.

Ragioni tecniche, legate all’inclinazione del palcoscenico del Teatro Galli e alla sua visibilità dall’arena della piazza, consigliano di prolungare il palcoscenico all’esterno, con dimensioni adattabili a ogni genere di spettacolo, dall’opera, al teatro, al jazz, al pop, alla danza. In tutto questo il Teatro Galli è parte integrante della scena, è in scena, così come lo è Castel Sismondo, l’uno e l’altro dandosi reciprocamente un nuovo senso, dopo tanti, troppi anni di attesa. “.

 

 

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:59