“Va senz’altro apprezzato lo spirito costruttivo che connota il ‘messaggio di fine anno’ del presidente di Assindustria di Rimini. Condividiamo la filosofia delle cosiddette comunity (per una volta facciamo a meno del termine business) che costruisce sinergicamente lo sviluppo del territorio; una filosofia non nuova da queste parti, visto che molti degli interventi strategici che Adriano Aureli cita sono stati realizzati in perfetta collaborazione tra enti locali e privati in una visione condivisa di prospettiva.
Non c’è allora da inventare alcunché, ma semmai rendere ancora più sistematico un metodo conosciuto e applicarlo nel prossimo futuro al settore che più abbisogna di interventi strutturali: la mobilità.
Sappiamo quali sono i problemi, sappiamo perfino come risolverli; mancano ancora certezze sui finanziamenti per partite fondamentali (terza corsia A14 e nuova statale 16), e non è un particolare di poco conto. Vi è la disponibilità di tutti – nostra e dei privati – a individuare soluzioni innovative anche su tale versante, ma avendo ben chiaro che queste debbano essere frutto di programmazioni serie e non figlie dell’entusiasmo di un momento.
Le parole del presidente di Assindustria sono allora un ottimo punto di partenza che va verificato nei fatti e nei numeri, magari attraverso la definizione di un patto di governance, meno vincolato a principi generici e più, invece, a scadenze temporali, diritti e doveri di ogni parte in causa.
Chiamiamolo “programma di legislatura della community”, se vogliamo. Noi ci stiamo, e accogliamo positivamente le parole di Adriano Aureli, essendo però chiari su un paio di punti.
Il primo: non inseguiamo modelli impossibili, non tanto per la nostra provincia ma per il paese. Se lo facessimo peccheremmo poco d’ambizione e molto di provincialismo. Inoltre, da questo punto di vista, si sappia discernere fra le responsabilità: quelle dell’ente locale da quelle regionali e nazionali.
Il secondo: se lo sviluppo sostenibile è la bussola, allora le tutele dello stesso non possono essere considerate ostacoli ma semmai elementi di valorizzazione.
Un nuovo modello di sviluppo va accompagnato da azioni attrattive altrettanto inedite; se ci si limitasse a riempire il nuovo involucro di consuetudini vecchie, i risultati sarebbero pessimi e l’impegno un tantino sospetto.
Va infine fatta una riflessione sulla quale crediamo anche Assindustria concorderà: nella progettazione della Rimini del prossimo decennio, la questione del lavoro – da quello irregolare a quello che rischia ogni giorno di più di perdersi per motivazioni neanche tanto chiare – deve essere all’ordine del giorno quanto quella delle infrastrutture e della mobilità. Anche questo elemento dovrà essere prioritario nel patto di governance, sul quale, già da oggi, noi diamo la disponibilità alla sigla”.