Tre riminesi d'oro per il 'Sigismondo'

Il “Sigismondo d’oro 2004”, il riconoscimento ai cittadini riminesi che hanno onorato con la propria attività la città di Rimini, consegnato quest'anno a don Oreste Benzi, Emilia Guarnieri Smurro, Simona Pari
Data di pubblicazione
E' stato consegnato dal sindaco di Rimini Alberto Ravaioli, in occasione dell’incontro con le rappresentanze cittadine per il tradizionale scambio di auguri di fine anno, il 'Sigismondo d'oro 2004, il riconoscimento ai cittadini riminesi che hanno onorato con la propria attività la città di Rimini, che è andato quest'anno a don Oreste Benzi, Emilia Guarnieri Smurro, Simona Pari. Don Oreste Benzi, Religioso BIOGRAFIA Don Oreste Benzi nasce a San Clemente il 7 settembre 1925, settimo di nove figli. All’età di dodici anni entra in Seminario a Rimini e viene ordinato Sacerdote il 29 giugno 1949. Nominato cappellano della parrocchia San Nicolò a Rimini, nell’ottobre 1950 viene chiamato in Seminario quale insegnante e nominato vice assistente della Gioventù Cattolica di Rimini. Ritiene fondamentale realizzare attività che favoriscano un “incontro simpatico con Cristo” per coinvolgere la maggior parte di adolescenti che hanno incontri decisivi per la loro formazione con tutti ad eccezione che con Cristo. In questo progetto rientra anche la costruzione di una casa alpina ad Alba di Canazei (TN) per soggiorni di adolescenti, realizzata dal 1958 al 1961 grazie anche ad una ricerca di fondi condotta personalmente porta a porta negli Stati Uniti d’America. Al 1953 al 1969 è direttore spirituale nel Seminario di Rimini per i giovani nella fascia di età dai 12 ai 17 anni; insegnante di religione alla scuola Agraria San Giovanni Bosco e poi nei licei Giulio Cesare e Serpieri di Rimini e Volta di Riccione, riesce a sperimentare innovazioni sul piano educativo. La vita di don Oreste, spesa fra la parrocchia La Resurrezione di Rimini e la Comunità Papa Giovanni XXIII, si indirizza in maniera sempre più precisa al servizio dei poveri. Dall’incontro con i giovani portatori di deficit psichico, grazie anche alla disponibilità a tempo pieno di alcuni giovani, don Benzi guida l’apertura della prima Casa famiglia dell’Associazione Papa Giovanni XXIII a Coriano (RN) il 3 luglio 1973. Accanto alla condivisione diretta di vita, un aspetto fondamentale della spiritualità di don Benzi è costituito dalla rimozione delle cause che provocano emarginazione e ingiustizia. Don Oreste si pone a fianco dei “senza casa” riminesi, inizia battaglie per la deistituzionalizzazione e per l’inserimento lavorativo dei disabili, per dare ai bambini in difficoltà una famiglia invece dell’istituto, per riconoscere dignità agli zingari. Con il passare degli anni si affrontano nuove emergenze: tossicodipendenti (sono circa 450 i ragazzi in programma terapeutico in Italia e all’estero), barboni (la Capanna di Betlemme – avviata nel 1987 a San Martino Montelabbate (RN) - è la prima struttura di accoglienza a bassa soglia), Paesi in via di sviluppo (l’Associazione è al momento presente con case famiglia e progetti di sviluppo in 17 Paesi stranieri), la solitudine e l’abbandono dei giovani (iniziano le serate in discoteca per parlare di Dio). Dal 1991 don Benzi si avvicina “sulla strada” ad una delle grandi povertà dei nostri tempi, profondendo un forte impegno personale per liberare le “nuove schiave del sesso” e denunciare il silenzio delle istituzioni. Sono numerosissimi gli incontri con i principali esponenti dei Governi italiani, con parlamentari e rappresentanti delle istituzioni italiane e straniere. Fra tutti, commoventi i colloqui con Papa Giovanni Paolo II insieme ad ex prostitute liberate dall’Associazione. Il 24 ottobre 1998, con grande gioia e commozione, riceve dalle mani del Cardinal J.F.Stafford il decreto del Pontificio Consiglio per i Laici che riconosce la Comunità Papa Giovanni XXIII come “Associazione internazionale privata di fedeli laici di diritto pontificio”. Autore di numerosi libri di grande successo editoriale (ricordiamo fra gli altri Con questa tonaca lisa, Scatechismo, Prostitute, Trasgredite, Ho scoperto perché Dio sta zitto ed il recente Gesù è una cosa seria, tutti pubblicati da Mondadori), direttore del mensile Sempre e collaboratore di quotidiani e settimanali, viene spesso chiamato a portare la propria esperienza a trasmissioni televisive nazionali. MOTIVAZIONE Per avere creato una Comunità, presente ormai in tutto il mondo e per questo capace di veicolare un’immagine positiva e non convenzionale della città di Rimini, che dà risposte alle persone più deboli e in difficoltà con lo strumento della condivisione; Per avere formato ai valori dell’educazione, della solidarietà e dell’amore per il prossimo tante generazioni di riminesi; Per avere testimoniato con la propria esperienza di vita la capacità della fede di essere presente quotidianamente laddove più forte è il dolore e il disagio. Emilia Guarnieri Smurro, Insegnante e Operatrice Culturale BIOGRAFIA Emilia Guarnieri nasce il 19 giugno 1947 a Varazze, ma identifica Rimini, dove si trasferirà con la famiglia nel 1961 e dove frequenterà il Liceo Classico Giulio Cesare, come sua patria d’adozione. Non solo perchè la madre è riminese, ma perché a Rimini accadono gli incontri più importanti della sua vita, quelli che per lei segnano la storia e la strada: il matrimonio con Antonio Smurro, da cui nasceranno le figlie Sara e Maria, l’appassionata adesione – fin dagli anni del liceo – al movimento di Comunione e Liberazione. Frequenta la facoltà di Lettere Moderne all’Università degli Studi di Bologna, dove si laurea con lode nel 1969. Inizia subito ad insegnare, dapprima in alcune scuole medie della provincia di Pesaro, poi presso il Liceo Scientifico Einstein. Dal 1974 è titolare della cattedra di italiano e latino, prima al Liceo Scientifico Serpieri, poi all’Einstein. Attualmente insegna presso i licei classico e scientifico della Karis, la fondazione che gestisce scuole paritarie e legalmente riconosciute, di cui la Guarnieri è nel 1974 socio fondatore. La passione per l’insegnamento, un amore al destino dei più giovani che si traduce nella ricerca delle occasioni più diverse per introdurli alla realtà, la portano a diverse forme di impegno. Da quello educativo – che la vede partecipe attiva, fin dagli anni ’70, agli organi di gestione sociale della scuola (in particolare, è membro della giunta esecutiva del Consiglio scolastico provinciale di Forlì) – a quello editoriale: nel 2001 collabora ai tre volumi della Commedia di Dante, per i tipi della Bur-Rizzoli, con alcune introduzioni ai canti. Nel 1980 è socio fondatore del Meeting per l’amicizia fra i popoli. Fin dall’inizio responsabile culturale della manifestazione, dal 1993 è presidente dell’associazione cui fa capo la settimana riminese. Sono gli anni in cui si intensifica l’attività anche pubblica della Guarnieri che, oltre a partecipare in qualità di relatore a convegni, seminari e corsi di formazione sulle tematiche educative, inizia a girare il mondo come ambasciatore del Meeting e della carica ideale che muove, con lei, tutti coloro che collaborano alla manifestazione. Gli incontri con alcune tra le personalità più importanti della culture europea – da Giovanni Paolo II a Eugene Ionescu, da Luigi Giussani a Marta Graham, dal rabbino David Rosen al senatore Giulio Andreotti – generano una rete di rapporti tale da portare la Guarnieri, insieme agli amici del Meeting, a Gerusalemme, a Berlino, a Praga. Sono presentazioni del Meeting, come quella che si svolge nel 1992 presso l’Università Statale di Mosca, o convegni culturali di altissimo livello, come quello che si tiene a Parigi nel 1987, presso l’Istituto Italiano di Cultura. Sono appuntamenti tesi a valorizzare il dialogo interreligioso, come il convegno che a Minsk, in Bielorussia, vede il mondo cattolico dialogare con i rappresentanti della fede ortodossa, o forum internazionali a carattere sociale, come quello organizzato a Kisinau nel 1998 dall’Unesco e dalla presidenza della Repubblica di Moldavia. Alla certezza che il vero cambiamento sociale nasce dall’educazione di un popolo, all’amore per l’uomo e al desiderio di valorizzare quel frammento di verità che esiste in tutte le cose, fanno capo le battaglie culturali che la vedono protagonista insieme all’opera che rappresenta, il Meeting: la laicità dello Stato, la sussidiarietà, la libertà di educazione, il rispetto per la vita, l’impegno per la difesa del benessere e dello sviluppo in Italia e nei Paesi che vivono in condizioni politiche e sociali dolorose e contraddittorie. Nel 2003 le viene conferita, da parte del Presidente della Repubblica, l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. MOTIVAZIONE Per avere dato un fondamentale contributo alla creazione e alla organizzazione di un evento come il Meeting per l’Amicizia fra i Popoli che ogni anno accende sulla città di Rimini l’interesse del mondo; Per avere promosso costantemente un discorso culturale mirato a favorire il dialogo e il confronto tra esperienze diverse; Per avere condotto un forte impegno educativo a beneficio delle giovani generazioni. Simona Pari, Operatrice Umanitaria BIOGRAFIA Simona Pari è nata a Bologna il 6 giugno 1975. Laureata in Filosofia, ha collaborato come giornalista freelance con quotidiani, periodici e radio e ha lavorato come addetta stampa. Ha inoltre collaborato con l’Università di Bologna, presso la cattedra di Antropologia Sociale. Ha lavorato con l’organizzazione internazionale Save the Children, occupandosi di programmi internazionali e di traffico di minori. Tra le esperienze sul campo, l’Afghanistan e i Balcani (Kosovo, Albania e Montenegro) Per Save the Children si è occupata di advocacy e sensibilizzazione. Ha un master in cooperazione internazionale all’Università La Sapienza di Roma.Dall’estate 2003 ha lavorato in Iraq per l’organizzazione Un Ponte Per come coordinatrice del programma, gestendo progetti di educazione e di protezione dei diritti delle donne e dei bambini. MOTIVAZIONE Per essersi spesa incessantemente in importanti attività umanitarie nei Paesi colpiti dai conflitti bellici e dalla povertà; Per avere difeso con passione e in ogni contesto i valori della pace e del dialogo; Per avere affermato la capacità delle donne a essere protagoniste anche nei luoghi del mondo più difficili e colmi di sofferenza.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:16