Un percorso capace di ripercorrere le tappe di una storia che ha visto svilupparsi e imporsi nel mondo i teatri all’italiana e il melodramma, la maestria e genialità di un architetto come Luigi Poletti, le rappresentazioni che si sono susseguite nel teatro cittadino a cominciare dall’Aroldo, scritto e rappresentato direttamente dal maestro Giuseppe Verdi nell’anno 1857 in occasione della sua inaugurazione.
Una narrazione che si snoderà in un percorso museale dove, sotto la pavimentazione vetrata, si potranno vedere i più bei mosaici ritrovati nel corso della lunga e complessa campagna di scavi archeologici, relazionandosi direttamente con gli apparati multimediali di ultima generazione pensati affinché più visitatori contemporaneamente possano interagire contemporaneamente.
Uno spazio sarà poi dedicato totalmente alle opere del maestro Giuseppe Verdi dove chiunque potrà scegliere, ascoltare ed anche vedere gli spettacoli comodamente seduti in sala.
Il progetto, che godrà del contributo di 500 mila euro da parte della Regione Emilia Romagna a fronte di un investimento complessivo previsto di 630 mila euro, nasce nell’ambito nelle iniziative regionali volte alla crescita dell’appeal turistico e il potenziamento dell’offerta museale della città di Rimini, realizzata in modo che l’area museale sia accessibile sia dall’interno del teatro, dalla sala, sia attraverso un ingresso dedicato, su via Poletti.
Il “Galli Multimediale”, che sarà terminato con l’apertura del Teatro di Rimini Amintore Galli, vuole essere un valore aggiunto a una struttura dedicata alla cultura. Non solo sarà l’unico esempio di teatro storico con un ambito museale sotto la propria Sala, ma anche un luogo dove conoscere l’ultima grande opera dell’Ottocento commissionata dallo Stato Pontificio prima dell’Unità d’Italia, che le scelte architettoniche e decorative decise dal Poletti furono capaci di rendere di straordinaria bellezza.
In alto alcune immagini, scattate quest’oggi, relative all’andamento dei lavori di restauro del teatro galli. Si può notare come siano ormai del tutto completate le facciate esterne, avendo per la prima volta da oltre 70 anni l’esatta dimensione dell’imponenza della struttura teatrale