Un cammino appena iniziato ma che ha l’obiettivo primario di portare ad ottenere il riconoscimento di Teatro di Tradizione, il riconoscimento ministeriale capace non solo di sancire formalmente un segno di forte prestigio ma anche di aprire l’accesso alle possibilità di finanziamento regionale e statale per la propria attività presente e futura.
Un percorso che la Giunta comunale ha tratteggiato e formalizzato nell’ultima seduta con l’approvazione dell’atto di indirizzo per la gestione delle stagioni 2019 e 2020 affinché il Teatro Galli, accanto alle programmazioni più tradizionali di utilizzo, venga oggi restituito alla Città per ricominciare ad essere la casa della musica lirica.
Opera lirica dunque, ma non solo il melodramma italiano, piuttosto una articolazione che dal barocco arriva agli allestimenti del Novecento e a quelli dei giorni nostri con autori e registi di spessore internazionale; le grandi produzioni della danza contemporanea, moderna, classica, teatro danza; concerti sinfonici, oratori, musica da camera, musica contemporanea, musica elettronica; concerti pop, rock, jazz; i grandi musical, gli allestimenti importanti di teatro musicale; la grande prosa ora ospitabile senza riduzioni anche nelle versioni sceniche dei grandi teatri italiani ed europei.
Un percorso ambizioso la cui riuscita dipenderà in gran parte dalla capacità di intercettare i finanziamenti, pubblici e privati, centrali per rendere stabile e sempre più ricca la programmazione del Teatro Galli e che solo il riconoscimento ministeriale dello status di Teatro di Tradizione può garantire.
Ed è su questo percorso che la Giunta ha affidato agli organi gestionali l’adozione di ogni iniziativa utile a creare le condizioni giuridiche, finanziarie, organizzative ed artistiche affinché il ricostruito Teatro Amintore Galli possa aspirare al riconoscimento di Teatro di Tradizione.
E’ in questa prospettiva che il Comune di Rimini ha da tempo avviato i contatti sia con la Direzione generale Spettacolo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che gestisce il Fondo unico per lo Spettacolo, sia con la Fondazione Ravenna Manifestazioni, che per conto del Comune di Ravenna gestisce il Teatro Alighieri, e che il Comune di Rimini ha individuato come il miglior partner con cui coprodurre le stagioni liriche per gli anni 2019 e 2020, capace al tempo stesso di adempiere sia a quanto richiesto dall’iter per il riconoscimento come Teatro di Tradizione, sia di concorrere grazie a Fondazione Ravenna Manifestazione ai finanziamenti del Fondo unico per lo Spettacolo per le produzioni di musica lirica che dovrebbero essere svolte presso il Teatro Galli negli anni 2019 e 2020.
Una richiesta di finanziamento che analogamente la Fondazione Ravenna Manifestazioni presenterà alla Regione Emilia Romagna in nome e per conto del Comune di Rimini, per l’attività di musica lirica da svolgere presso il Teatro Galli per le annualità 2019 e 2020.
Non è solo determinata da ragioni di prossimità territoriale la scelta della fondazione ravennate come partner del Comune di Rimini, ma per l’assoluto livello che la Fondazione Ravenna Manifestazioni ha saputo raggiungere nei molti anni di attività musicale e artistica. Una levatura di prim’ordine nel panorama nazionale e internazionale raggiunta grazie a prestigiose collaborazioni di grandi musicisti e direttori d’orchestra, tra i quali spicca per fama e spessore internazionale il Maestro Riccardo Muti, che a buon diritto è riconosciuto come il più grande interprete vivente del repertorio verdiano e che con la Fondazione Ravennate ha una collaborazione di lungo periodo.
Tappe di un percorso complesso per far sì che il Teatro Galli trovi il proprio posizionamento nel panorama teatrale regionale e, in prospettiva, nazionale, che nella sensibilità della Regione Emilia Romagna ha già trovato un primo significativo omaggio ammettendo, in accordo con l’assemblea dei sei Teatri di Tradizione della regione, il Teatro Galli alla linea di finanziamento regionale riservato alla musica lirica prodotta nei teatri di tradizione. Un omaggio di benvenuto niente affatto scontato ma che ha fatto del Teatro Galli, con una scelta ricca di implicazioni non solo simboliche, il settimo invitato permanente al tavolo a cui siedono i sei importanti teatri di tradizione di una Regione ricca di storia e di prestigio teatrale come l’Emilia Romagna.