'Sull'abusivismo commerciale, il Comune fa la sua parte'

Alberto Ravaioli: 'Un aspetto interessante che emerge è la maturità di approccio al problema da parte dei riminesi, a partire dagli operatori economici'
Data di pubblicazione
Dichiarazione del Sindaco, Alberto Ravaioli: 'Il sondaggio sulla percezione dell'abusivismo commerciale da parte di residenti e turisti non fa altro che confermare quanto già conosciuto circa le dimensioni del fenomeno. A partire dalla sua estensione: l'omogeneità complessiva dei dati riferiti alla cinque città della riviera oggetto della ricerca ribadisce come il problema sia non solo comunale o sovracomunale ma nazionale con la conseguente, logica, necessità di essere affrontato con programmi coordinati tra loro la cui stesura e attivazione spetta in primo luogo a chi a livello centrale è deputata per legge la tutela del lavoro regolare e della sicurezza. E ciò in passato non è sempre avvenuto, lasciando anzi agli Enti locali l'improprio compito di intervento 'a monte' e 'a mare'. Lo scostamento statistico nella percezione di turisti e residenti circa il giudizio e le motivazioni del fenomeno è anch'esso indicatore di un assioma ben conosciuto: l'ospite, pur avvertendo il disagio per la presenza di venditori irregolari, ha verso di questi un atteggiamento molto più comprensivo e giustificatorio. La forbice tra turisti e imprenditori locali è in questo senso sensibile e invita di conseguenza ad agire con estrema cautela allorché il tema è quello di mettere in campo azioni di deciso contrasto, soprattutto in spiaggia. Azioni, del resto, già sperimentate negli anni scorsi e superate perché hanno dato risultati in gran parte deludenti, anche a livello di immagine. La ricerca presentata dalla Provincia di Rimini, a mio parere, offre un aspetto molto interessante, vale a dire l'estrema maturità di approccio al problema da parte dei riminesi, a partire dagli operatori economici, che individuano negli interventi a monte e nei processi di integrazione dei lavoratori extracomunitari i principali deterrenti al fenomeno dell'abusivismo commerciale. Non emergono dunque, come in altre zone d'Italia, sgradevoli atteggiamenti di chiusura a prescindere nei confronti di chi è anch'esso sfruttato ma piuttosto soluzioni preventive e intelligenti che mirano a colpire gli sfruttatori e a attivare azioni di welfare in grado di togliere gli abusivi dal circolo vizioso del sommerso. Queste, d'altra parte, sono le linee di prevenzione e contrasto che l'Amministrazione Comunale ha proposto al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica già durante l'estate 2001 e ha applicato- anche di concerto con la Regione Emilia Romagna- durante l'estate 2002, facendo evidentemente un positivo passo in avanti rispetto alle eterogenee strategie adottate nell'ultimo decennio. Cito, a titolo esemplificativo, l'ordinanza che combatte gli affitti in nero, le numerose azioni condotte dalla Polizia Municipale verso i fornitori di merce contraffatta, la disponibilità dimostrata a ricercare luoghi ove attivare aree multietniche di scambio equo e solidale per i venditori extracomunitari, la politica della casa e della lotta al lavoro nero. Una strategia che, per quanto riguarda il Comune di Rimini, non muterà anche l'anno prossimo, mi auguro supportata da tutti i soggetti istituzionali che hanno titolo per farlo. Mi spiego meglio: se è vero, come è vero, che il fenomeno dell'abusivismo commerciale è esteso a livello nazionale, colpire le fonti di approvvigionamento vuol dire che non può essere un Corpo di Polizia Municipale a muoversi a così ampio raggio. Ciò significa che il Comune di Rimini, al di là dei sondaggi, non ha avuto e non ha tuttora paura di assumersi le sue responsabilità (lo dimostra l'eccezionale lavoro sui versanti dell'integrazione sociale e della prevenzione) ma spero- e chiederò spiegazioni in tal senso- che a questo atteggiamento si attengano anche Enti e Organismi superiori.'

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:20