Sigismondo Pandolfo Malatesta: prendono avvio nel giorno della nascita le celebrazioni malatestiane

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Forte, colto, passionale, spregiudicato, impulsivo e pure bello. Questa è l’immagine di Sigismondo che ci è stata tramandata da testimoni della sua epoca, di chi lo ha avuto come amico o come nemico. Il Malatesta non si è fermato mai davanti a nulla, interpretando al meglio l’idea rinascimentale dell’uomo come armonica fusione di pensiero e atto, forza e bellezza, movimento e quiete.
La forza del suo corpo gli ha permesso di sopravvivere a decine di campagne militari, con la forza della sua mente e del suo cuore ci ha lasciato un patrimonio eccezionale.
La mente, il corpo e il cuore saranno le tre direttive in cui si animeranno le manifestazioni malatestiane ideali richiami a Sigismondo nel sesto centenario anniversario della nascita. Un programma di celebrazioni che prenderà avvio lunedì 19 giugno giorno della nascita per concludersi l’anno prossimo, nell’ottobre 2018 a 550 anni dalla morte.

Sarà il Sindaco di Rimini ad aprire alle ore 21 nella corte di Castel Sismondo, il ricco programma d’iniziative, incontri, mostre che investiranno la città. Sarà lo storico Oreste Delucca col suo ultimo lavoro dedicato a Isotta degli Atti per la Bookstones Edizioni, ad aprire gli incontri, prologo a ‘Il Sigismondo non si è fermato mai un momento’, reading di Marina Massironi del monologo per voce femminile scritto da Lia Celi e Andrea Santangelo, che proporrà testi in cui immagina un’Isotta contemporanea, ironica e del tutto inedita.
La serata del compleanno si chiuderà con uno spettacolo di luci e fuochi, che darà il via all'anno e mezzo di celebrazioni. Davanti al pubblico che nella serata di lunedì 19 a partire dalle ore 23 si troverà in piazza Malatesta, un inaspettato "attacco" al castello darà inizio ad un incendio di luci colorate, fumi e cascate di fuoco dalle mura che, senza scoppi ma al suono della musica, ricorderanno uno dei ruoli in cui Sigismondo eccelleva, quello di uomo d'arme.

Nato a Brescia il 19 giugno 1417 sotto il segno zodiacale del cancro (il calendario giuliano era indietro di dieci giorni rispetto al nostro), Sigismondo Pandolfo era figlio di Antonia da Barignano e Pandolfo III. Divenne signore delle città di Rimini e Fano nel 1432. Nonostante sia ricordato come uno dei più grandi sconfitti della storia, Sigismondo ebbe una vita costellata da successi e fama, soprattutto da quando nel 1435 divenne capitano generale delle milizie papali e successivamente delle principali potenze italiane. Tra le vittorie sul campo di battaglia si ricordano quella di Monteluro del 1443, che costò la sconfitta a Niccolò Piccinino, quella di Piombino del 1448, dove piegò in un sol colpo aragonesi e Federico da Montefeltro. Le stesse qualità che gli fecero guadagnare consenso e prestigio personale, contribuirono a segnare il suo declino politico, reso più precario dalla nuova politica papale. La pazienza non era infatti tra le doti di Sigismondo che non fu in grado di far coincidere i propri interessi con quelli più generali, trovandosi in una situazione di isolamento a cui tentò di reagire con le armi. Papa Pio II rispose con la scomunica, a cui nel 1462 il Malatesta fu condannato, enfatizzata dal rogo della sua effige, un inedito trattamento a cui nessun papa aveva mai fatto ricorso fino ad allora. Fino all’ultimo Sigismondo non si diede per vinto, continuando a prendere parte a campagne militari e alla crociata promossa dal papa in Morea tra il 1464 e il 1466, anno in cui tornò nei suoi domini consapevole di non aver margini di ripresa. Sigismondo morì il 9 ottobre 1468 a 51 anni con un unico pensiero, quello di portare a termine il Tempio malatestiano, il monumento che avrebbe dovuto immortalare la sua fama in eterno, degno testimone della forza della sua mente e del suo cuore.

 

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:49