La sentenza del TAR, che dispone l’annullamento del bando Enac per l’assegnazione della gestione dell’aeroporto di Rimini, è un altro critico passaggio che impatta non solo sull’attività dello scalo in sé, ma soprattutto sul territorio, vista la centralità dell’infrastruttura in ogni pianificazione riguardante l’accessibilità e quindi lo sviluppo dell’area riminese.
Non voglio neanche pensare a una nuova interruzione dell’esercizio provvisorio dell’aeroporto, come quella avvenuta a cavallo dei mesi invernali: sarebbe un colpo ferale per il territorio riminese, che difficilmente potrebbe sopportare sia una chiusura che una mutilata capacità operativa della gestione nei mesi cruciali di preparazione alla nuova stagione turistica.
Così come oggi tocca innanzitutto ad Enac difendere la propria procedura e il proprio operato nella redazione del bando di gara attraverso i percorsi giuridici (Consiglio di Stato), noi continuiamo a difendere soprattutto in queste ore l’aeroporto di Rimini, i suoi lavoratori e la sua attività, affinché non venga interrotta neanche per un giorno.
Questa è la sola posizione responsabile possibile da parte di un Ente del territorio, nel momento in cui si deve registrare una sentenza che vede per ora soccombere un’emanazione dello Stato (Enac), patrocinata peraltro dall’Avvocatura dello Stato, su un aspetto tecnico che nulla ha a che fare con ogni altra valutazione di merito. La vicenda è, anzi dovrebbe, essere chiara, da questo punto di vista se non fosse che è sufficiente dare una scorsa al sito internet di Enac per rendersi conto che il bando per la gestione dell’aeroporto di Rimini è esattamente lo stesso- sia nelle parti presenti che in quelle mancanti (a partire dai criteri contestati dal Tar)- di quelli che hanno portato all’assegnazione della gestione in altri scali. Probabilmente sarà che Rimini sia destinata, nel bene e nel male, a fungere sempre e comunque da apripista; in ogni caso l’augurio è quello che, si trattasse anche di un ‘errore procedurale multiplo’, Enac ponga in essere le necessarie e immediate contromisure, se da domani non volesse assistere a un ‘effetto domino’ con la potenziale messa a rischio di numerose altre gestioni aeroportuali nel Paese.