Rimini festeggia il 25 Aprile 70° anniversario della Liberazione d'Italia

“Mi piace vedere tanta gente – ha esordito Valter Vallicelli, presidente dell’Anpi di Rimini nell’intervento che in piazza Tre Martiri ha anticipato l’orazione celebrativa del Sindaco di Rimini Andrea Gnassi, al termine di un affollatissimo corteo che partito dal Monumento della Resistenza di Parco Cervi ha attraversato la città con la posa di corone d’alloro nei luoghi simbolo della Liberazione –. 
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Tanta gente che oggi come allora festeggia questo momento fondante con cui ricordiamo il grande sacrificio di tante donne e tanti uomini per raggiungere cosa? Una cosa semplice – ha proseguito Vallicelli – per raggiungere la libertà, quella libertà che vogliamo continuare a mantenere, preservare nelle nostre mani con quella forza che nessun esercito ha mai potuto strappare.”

“Se la Resistenza non fosse avvenuta, la storia d'Italia sarebbe stata diversa, non sarebbe la storia di un popolo libero” perché oggi ricominciamo da qui, da Norberto Bobbio che spiega con semplicità il significato del 25 aprile” – ha esordito il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi nella sua orazione –.

“E' una giornata particolare e lo è da 70 anni a questa parte. Quasi tre quarti di secolo in cui la ricorrenza ha 'respirato' la storia di un Paese tormentato, contraddittorio, che troppo spesso ricorre al passato quando ha qualcosa da rivendicare nel presente. Mai come negli ultimi vent’anni, questo giorno è stato tirato per la giacchetta, nel tentativo – evidente - di modificarne (se non addirittura ribaltarne) il senso. Operazioni deprimenti e strumentali: il 25 aprile è patrimonio di tutto il Paese, quel Paese che - come afferma il Presidente Mattarella - non ha più la necessità di riconquistare i valori di libertà, di democrazia, di giustizia sociale, di pace che 70 anni fa animarono la Resistenza. Ma di difendere quei valori sì.

La democrazia va sempre, giorno dopo giorno, affermata e realizzata nella vita quotidiana – ha proseguito il Sindaco Gnassi - perché la forza del 25 aprile, soprattutto di questo 25 aprile, sta tutta nella sua disperata attualità. Accanto alla notizia delle celebrazioni per la Liberazione, sui giornali italiani oggi stanno i drammi provenienti da scenari bellici e un fronte esattamente diviso tra solidarietà e egoismo per ciò che riguarda l'accoglienza a popolazioni in fuga da conflitti e miseria. Non sono questioni separate, non ci sono cerimonie e posa di corone d'alloro qua e le tragedie dell'attualità là. In questo senso ricordare, come stiamo facendo in questo momento, la Resistenza e la Liberazione vuol dire ricordare che siamo un Paese fondato sulla libertà, sull'umanità, su un profondo senso etico. E che queste non sono parole vuote o buone da 'scongelare' una volta all'anno ma la traccia di un cammino quotidiano che ci siamo scelti 70 anni fa e di lì abbiamo rinnovato ogni giorno.

E' per questo che c'è un legame solidissimo tra il 25 aprile e quanto accade in Medio Oriente o nelle acque del Mediterraneo: la democrazia va riaffermata incessantemente, non è rinchiusa in una teca, è intorno a noi ad ogni istante, come l'aria che respiriamo. Per Rimini, medaglia d'oro al valor civile, che alla causa della libertà ha offerto tanti, troppi dei suoi figli, che è uscita distrutta ma non umiliata dalla guerra, il 25 aprile è festa della città intera. E appunto ora siamo qui per festeggiare quella Liberazione che si riafferma quotidianamente, combattendo la violenza materiale e quella delle parole; la prevaricazione fisica e quella dei comportanti; la discriminazione delle persone e dei popoli; quel 'deserto morale' che ieri faceva costruire lager e oggi allontanare ogni forma di pietà verso coloro i quali fuggono da ciò che un tempo, neanche troppo lontano, avevamo anche qui nelle nostre città.

 

 

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:00