'Rimini deve dire grazie a Arpesella, il monumento del turismo'

Alberto Ravaioli: 'Il Comune prende l'impegno di conservarne il patrimonio umano e ideale'
Data di pubblicazione
Dichiarazione del Sindaco, Alberto Ravaioli: 'La notizia della tragica scomparsa del Commendator Pietro Arpesella impone qualcosa di più di una doverosa nota di cordoglio istituzionale. Non so trovare altra espressione per definire l'uomo e il personaggio pubblico Pietro Arpesella che 'monumento del turismo riminese'. All'inizio degli anni Sessanta rilanciò con lavoro, pazienza, lucidità, determinazione e spirito di innovazione il Grand Hotel, contribuendo come nessuno a fare dell'intera città e della Riviera il luogo mitico della vacanza e dell'ospitalità che è ancora oggi. Ha creduto davvero, fortemente e fermamente nella sua 'creatura', il Grand Hotel, e ha creduto davvero, fortemente e fermamente nel futuro e nelle straordinarie qualità di Rimini. Il suo impegno incessante per il Grand Hotel, diventato con lui riconosciuta icona mondiale di eleganza e inimitabile atmosfera, si è tramutato spesso in geniali intuizioni delle quali ha beneficiato la città. Due esempi su tutti: la lungimirante previsione delle potenzialità del turismo congressuale e la convinzione che il salto di qualità della strutture ricettive locali dovesse primariamente passare dal progressivo avvicinamento all'apertura annuale e non solo stagionale. Nel 1994 il Comune di Rimini conferì a Pietro Arpesella il Sigismondo d'Oro con una motivazione che trovo inappuntabile: pioniere del turismo della Riviera, decano della categoria e custode appassionato ed affettuoso di un simbolo della Città, della sua memoria e della sua storia balneare. Amava dire di sé: 'Nella vita sono stato ricco tre volte: con i contadini nella tenuta le Grolle, con i partigiani in montagna e quando ho cominciato ad amare il Grand Hotel'. Una persona cordialissima e dalla grande sensibilità umana, che nutriva grande rispetto e disponibilità verso gli altri: un aspetto del carattere questo che lo portò a rendersi protagonista di veri e propri atti eroici durante la Seconda Guerra Mondiale. Un navigatore, a volte solitario, che ha attraversato sempre coerente con se stesso una vita dispendiosa nella quale, diceva, 'avevo avuto modo di conoscere il bene e il male dell'uomo'. Il dolore dell'esistenza aveva infatti già pesantemente bussato alla sua porta. La città ma anche tutto il Paese devono rendere merito al Commendator Arpesella per quanto ha fatto nel nome di un sogno che con lui si è tramutato in realtà: il Grand Hotel e Rimini. Conservarne con opportune iniziative non solo il ricordo ma anche il patrimonio umano e ideale messo a favore dello sviluppo del turismo e della comunità riminese è un preciso impegno che l'Amministrazione Comunale prende in questo momento di grande cordoglio e emozione.'

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:19