Se le notizie riportate questa mattina dagli organi di informazione corrispondono al vero, siamo di fronte ad un caso del più bieco e becero razzismo, a cui dobbiamo reagire con forza. Anche perchè, nell'ultimo anno, sono troppi gli episodi di discriminazione, fisica e verbale, avvenuti aun passo da casa nostra.
Storie diverse ma con un unico comune denominatore: la brutale tendenza alla prevalicazione su chi viviamo come diverso, la paura che diventa fragilità e si trasforma in vigliaccheria, quella di una società che attacca invece di difendere i più soli.
Ciò che colpisce, leggendo quest’oggi le cronache, è anche la sfrontatezza di questo attacco, portato avanti alla presenza della mamma del ragazzo, in casa sua e in pieno giorno; come se gli aggressori non avessero la percezione della gravità enorme del loro agire. Non basta allora, come rimarco comunque con grande nettezza, la solidarietà nei confronti del giovane aggredito e della sua famiglia e la condanna di quanto accaduto. Questi casi mettono nuovamente in evidenza un lato violento della nostra società che fa riflettere. Anche Rimini, come accade in altre zone d'Italia, ha bisogno di ritrovarsi come comunità, senza diffidenza. Timori, intolleranza e violenza nascono quando si sfilacciano i legami e i valori che li tengono insieme. Lavorare su questi, a partire dalle famiglie e dalle scuole - come quelle che frequentano i ragazzi coinvolti - è la migliore reazione e l'antidoto più efficace contro la violenza e il razzismo.