Saranno quattro le mostre organizzate dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini che, inaugurate domani sabato 13 dicembre, saranno aperte al pubblico per tutto il periodo festivo e di fine anno, prolungandosi fino nel mese febbraio come la mostra “Lascia che avvenga la sovversione” dell’artista Antonio Violetta (negli spazi della FAR fino al 22 febbraio 2015) o “Visioni dall'invisibile. Il cinema dipinto del Ghana” fino all’ 8 febbraio negli spazi del Museo della Città.
Data di pubblicazione

Saranno La luce del silenzio di Maurizio Minarini alle ore 17 nella Galleria dell’immagine di Palazzo Gambalunga e sempre alle ore 17, “Ugo Pasini, Quadri d'armonia”, nella Sala civica del Palazzo del Podestà dove rimarrà fino al 25 gennaio, le prime due mostre ad essere inaugurate nel pomeriggio di domani.

Seguirà poi, alle ore 17,30, alla FAR | fabbrica arte rimini di piazza Cavour, l’inaugurazione della mostra Visioni dall'invisibile. Il cinema dipinto del Ghana, la serie di dipinti per il cinema eseguiti su juta grezza (materiale riciclato ed utilizzato in origine per il trasporto di farine) della collezione del Centro Studi Archeologia Africana (CSAA) di Luigi Pezzoli che ne ha curato anche l’esposizione.

Si inaugura invece alle ore 18 al Museo della Città, nella sala denominata Manica Lunga, la mostra dell’artista Antonio Violetta dal titolo Lascia che avvenga la sovversione, che vedrà esposta la produz   ione plastica dell’ultimo periodo, il nuovo racconto tridimensionale ideato sull’onda di suggestioni poetiche e letterarie che si snoda tra le pieghe e le intuizioni di una materia manipolata con rinnovata energia e sensibilità. Nell’occasione la presentazione del catalogo della mostra (Danilo Montanari editore, Ravenna) e letture del poeta Domenico Brancale.

ecco le schede

FAR | fabbrica arte rimini

Visioni dall'invisibile. Il cinema dipinto del Ghana

 

13 dicembre 2014-8 febbraio 2015

inaugurazione sabato 13 dicembre ore 17,30

 

aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19

lunedì chiuso /ingresso libero

 

Sabato 13 dicembre 2014 alle ore 17,30, alla FAR | fabbrica arte rimini, piazza Cavour, si inaugurerà la mostra Visioni dall'invisibile. Il cinema dipinto del Ghana. Si tratta di una serie di dipinti per il cinema eseguiti su juta grezza (materiale riciclato ed utilizzato in origine per il trasporto di farine) della collezione del Centro Studi Archeologia Africana (CSAA) di Luigi Pezzoli che ne cura anche l’esposizione.

Le opere in mostra traggono ispirazione da un immaginario complesso e controverso derivante in particolar modo dal miscuglio di saperi animisti e influenze pentecostali. Si potrebbe stentare a definirle “arte applicata” perché non rappresentano quasi per nulla i film indicati nei titoli, e che dovrebbero pubblicizzare, ma esprimono liberamente humus e imagery locali in cui il cinema è puro pretesto. Al di là del loro indubbio valore antropologico, opere analoghe sono ormai inseguite dai collezionisti d’arte di tutto il mondo perché ritenute espressione di una creatività “altra” e autentica.

Fra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, nel contesto della grave crisi economica conseguente i Piani di Aggiustamento Strutturale, in Africa occidentale (Ghana e Nigeria) nasce una cinematografia popolare a orientamento commerciale, che trasforma radicalmente il panorama mediatico africano. Giovani dai diversi background (ex teatranti, cineasti, professionisti licenziati dal settore televisivo, imprenditori attivi nel settore dell'elettronica e disoccupati), accomunati dalla necessità di trovare nuove fonti di sussistenza, si appropriano della tecnologia video – low cost e facile da usare – per realizzare film low-budget (poche migliaia di dollari), diretti all'eterogeneo pubblico delle masse urbane locali. Si tratta di una filmografia complessa che coniuga in maniera nuova tradizioni artistiche locali e forme mediatiche globali (telenovelas, Hollywood, Bollywood e kung-fu movie asiatici), dando vita a un'estetica grottesca che mira a conquistare il pubblico delle metropoli post-coloniali, attraverso le vicende di personaggi dalla vita “scandalosa”, caratterizzata da eccessi finanziari, materiali e sessuali. Il suo successo sul mercato regionale, così come sull'intero continente e nella diaspora è tale che l'industria cinematografica nigeriana diventa la seconda al mondo per numero di produzioni annue, dopo l'indiana Bollywood, ma prima dell'americana Hollywood, guadagnandosi a pieno titolo l'etichetta di “Nollywood” (dati UIS 2009). (…) (Giovanna Santanera)

 

(…) nel momento in cui osserviamo le straordinarie opere di artisti del Ghana realizzate per promuovere la cinematografia della Nigeria, la cosiddetta Nollywood. Nell'ambito delle ricerche di antropologia del Centro Studi Archeologia Africana, Gigi Pezzoli, studioso e appassionato africanista, le ha raccolte negli ultimi anni. Sono grandi dipinti su tela, eseguiti con un'enfasi simbolica che scava nell'immaginario animista, se non addirittura nella tradizione del vodu; che sfrutta sbalzi chiaroscurali possenti, assieme ad alfabeti di affetti e di archetipi che fanno di questa rassegna un impressionante spaccato culturale, sintesi del cruento innesto tra un media ormai ipertecnologico e un mondo che ancora conserva radici primarie e immaginari ancestrali. Una produzione paradossale che traduce le ambiguità, le paure e gli incubi dell'essere umano alle prese con i cambiamenti sociali e l'insicurezza latente della società contemporanea dove interagiscono conflitti di potere, sesso, denaro e religione. (…) (M. Pulini)

Sarà possibile visitare la mostra fino al 8 febbraio 2015, tutti i giorni dalle

10 alle 13 e dalle 16.00 alle ore 19.00 eccetto il lunedì.

Ingresso libero.


Palazzo del Podestà/ Sala Civica per mostre primo piano

Ugo Pasini

Quadri d'armonia

a cura di Orlando Piraccini

 

13 dicembre 2014-25 gennaio 2015

inaugurazione sabato 13 dicembre ore 17

 

aperto tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19

lunedì chiuso /ingresso libero

 

Sabato 13 dicembre 2014 prenderà avvio a Rimini al Palazzo del Podestà, nella sala Civica primo piano (piazza Cavour) la mostra del pittore Ugo Pasini dal titolo Quadri d’armonia curata da Orlando Piraccini.

La pittura di Pasini, si è imposta, in anni di lunga attività, nel panorama romagnolo per quel suo essere trascrizione e impronta diretta di cose e oggetti e luoghi rappresentati nella loro più oggettiva verità visiva.

Ancorando un profondo senso del vero ad una luce ferma che irrora le cose rappresentate, il pittore cesenate crea e varia da tempo composizioni di oggetti in attonita fissità. Nelle sue ‘nature morte’ imprigionate in un nitore immobile si condensa in particolare l’amore per le forme pulite ed esatte, vicine alla perfezione. Si legge in esse una proiezione verso una dimensione di eternità, lontano dalla banalità del quotidiano da cui sono tratte e dal senso della provvisorietà insito nella loro stessa natura, che siano cocci, pani, frutta, fiori o carcasse di barche adagiate sulla spiaggia. 

Nature silenziose, che non si pongono come emblematiche rappresentazioni simboliche della vanitas o della caducità e dell’effimero (che richiama la fragilità della condizione umana), bensì emblematiche, iperreali immagini di vita, “parti elette destinate a rappresentare il tutto”.

Ciò che salta subito agli occhi scorrendo l’insieme delle opere selezionate ed esposte per questa antologica riminese è anche quella “quiete di umile e appassionata elegia” come annotava Ezio Raimondi che viene sprigionata dalle forme e nella loro lucida traduzione dalla realtà.

 

Scriveva della pittura di Pasini Alberto Sughi che gli è stato maestro:  ... “In questo sguardo stupito che si posa sugli oggetti per contemplarne la forma sta l'incanto sottile della sua pittura. E' un mondo silenzioso dove la frutta ed il canestro, la terracotta ed il legno sembrano essere impastati nella stessa materia. Non ci sono né stemmi né emblemi: c'è semmai una sostanza poetica spessa e fragile nello stesso tempo: la certezza di riconoscere le forme della realtà visibile allo smarrimento (quasi l'impossibilità) di decifrarne i significati ed i rapporti con la nostra vita”.

 

 

Ugo Pasini nasce nel 1942 a S. Mauro in Valle di Cesena ove attualmente vive e lavora. Ha iniziato a dipingere accanto a Osvaldo Piraccini e con Alberto Sughi. Nel 1969 allestisce la prima mostra personale alla Galleria il

Portico di Cesena. Negli anni successivi partecipa a numerose rassegne d'arte regionali e nazionali.

Soprattutto a partire dal 1972 si tengono sue numerosissime personali. Sulla sua opera hanno scritto: Orlando Piraccini, Lino Cavallari, Ivo Gigli, Aldo Savini, Silvia Arfelli, Giordano Viroli, Franco Solmi, Enzo Dall’Ara.

 

Antonio Violetta

Lascia che avvenga la sovversione

 

Rimini, Museo della Città / Manica Lunga

13 dicembre 2014 – 22 febbraio 2015

Inaugurazione sabato 13 dicembre 2014, ore 18

 

sabato 21 febbraio 2015 Museo della Città, ore 18

in occasione della presentazione del catalogo della mostra (Danilo Montanari editore, Ravenna)

letture del poeta Domenico Brancale, sarà presente l’assessore alla cultura Massimo Pulini

 

Si inaugura sabato 13 dicembre alle ore 18 al Museo della Città nella sala denominata Manica Lunga la mostra dell’artista Antonio Violetta dal titolo Lascia che avvenga la sovversione.

Verrà esposta la produzione plastica dell’ultimo periodo, il suo nuovo racconto tridimensionale ideato sull’onda di suggestioni poetiche e letterarie che si snoda tra le pieghe e le intuizioni di una materia manipolata con rinnovata energia e sensibilità. Trascrizione di variabili all’interno della disciplina scultorea, riflessione sulla forma originaria e la sua traduzione con approdi alla figura e ad un immaginario onirico e poetico, la mostra riflette i nuovi raggiungimenti di Violetta e il suo perseguire una diversa veridicità delle forme e la profondità del potere della natura. Le carte esposte raccolte sotto il titolo Inversi si accompagnano al percorso scultoreo.

Il titolo della mostra allude e cita un brano del poeta Domenico Brancale che sarà presente sabato 21 febbraio 2015 con una lettura antologica per il finissage della mostra.

Scrive nell’introduzione al catalogo Massimo Pulini rammentando i percorsi praticati sin dagli anni ’70 e ’80 e le vie successive della ricerca scultorea dell’artista: “Da qualche anno per Antonio Violetta quelle strade, parallele e contrarie, hanno trovato un innesto fruttifero e anche questo costituisce un'ulteriore svolta. Corpo e materia fanno reciproco terreno alla recente ricerca dell'artista.

Le dita che modellano le forme muovono sui fianchi della figura come fossero sulla sabbia umida, in riva al mare. I solchi di aratro morbido che dissodano la carne umana segnano un'orografia tellurica, fatta di calanchi e fenditure, che sanciscono una inscindibile relazione tra geografia e biologia.

La creta è sintesi simbolica dei quattro elementi cosmici, è terra e acqua insieme, ma evoca anche il soffio creativo della vita, così come l'energia del fuoco, che la fortifica e trasmuta. Sostanza e simbolo convergono allora, come le vie di Violetta, in uno stile che distilla lo spirito e la fisicità, il dubbio e la fermezza.”

 

 

Qui di fronte dell’altro. Qui anima di velo.

Qui di me nell’ombra.

(sapendo bene che il destino di un'immagine è la

resa concessa alle membra di un istante.)

Quando ti osservo ho l’impressione che i lineamenti del mio

volto mutino per trovare il luogo dove posarsi dentro di te.

Lascia che avvenga la sovversione.

(Domenico Brancale)

 

 

Antonio Violetta nasce a Crotone nel 1953. Vive e lavora a Bologna. Esordisce nel 1976 con una personale presso la Galleria Ferrari di Verona; seguono le mostre alla Galleria Mario Diacono di Bologna, alla Galerie Michèle Lachowsky di Bruxelles, alla Galleria Françoise Lambert di Milano e allo Studio Trisorio di Napoli. Nel 1982 partecipa a Documenta 7 a Kassel.

Le opere Pagine vengono presentate alla Galleria Primo Piano di Roma e alla Galleria Civica di Modena nel 1986. Lo stesso anno partecipa alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma. Nel 1985 risiede a Colonia e qui realizza la serie Kölner Seiten, esposta alla Galerie Reckermann di Colonia e poi alla Kunstverein di Francoforte. Nel 1989 realizza le due sculture monumentali in bronzo Wind e Place of Sound per la città di Mito, in Giappone, e prende parte a “Prospect '89” a Francoforte. Dal 1992 al 1998 partecipa a numerose mostre personali e collettive in gallerie private e in spazi pubblici tra cui il Museo de Arte Contemporáneo Sofia Imber di Caracas, La Maison des Arts di Laon e la Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Trento. E' del 1999 la mostra monografica a Palazzo Forti di Verona a cura di Giorgio Cortenova e la partecipazione alla Quadriennale di Roma. Nel 2000 riceve il premio Scipione e realizza l'opera in bronzo Omnia vincit amor per la città di Ravenna. Nel 2002 Roberto Roversi scrive un testo poetico per il gruppo scultoreo Il viaggio di Ulisse che Violetta presenta alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna. Nel 2004 è alla Galleria Comunale d'Arte Moderna di Faenza con la mostra monografica Luoghi. Nel 2009 presenta l'opera La Giganta al Museo d'Arte della Città di Ravenna e al Museo della Musica di Bologna nel 2013 accompagnati da testo musicale del compositore Fabrizio Testa.

Nel 2009 esce la monografia a cura di Alberto Fiz edita da Skira. Nel 2010 partecipa alla quattordicesima biennale d'Arte Sacra al Museo Staurós di San Gabriele (Teramo). Nel 2011 alla Galleria Peccolo di Livorno espone una serie di sculture con testi di Bruno Corà e Francesco Poli e pubblica per le edizioni Peccolo di Livorno il libro d'artista “Intrecci”. Nel 2014 è presente nella mostra La ceramica che cambia al MIC di Faenza a cura di Claudia Casali.

 Rimini, Museo della Città

Manica Lunga - via Luigi Tonini 1- info: 0541.793851/704414/704416

www.museicomunalirimini.it www.riminirec.it

orario: da mercoledì a sabato 8.30-13/16-19

domenica e festivi 10-12.30/15-19 - lunedì non festivi chiuso

Maurizio Minarini
La luce del silenzio

Rimini, Galleria dell'Immagine
13 dicembre 2014 - 11 gennaio 2015


Sabato 13 dicembre 2014 alle ore 17 alla Galleria dell’Immagine di Rimini, via Gambalunga 27, verrà inaugurata una mostra di opere recenti del pittore riminese Maurizio Minarini dal titolo “La luce del silenzio”. Minarini da anni conduce un quieto dialogo in una modalità di pittura a-temporale molto sintetica. Una pittura che pare esprimere una nostalgia di un tempo passato o di una terra trasfigurata e mutuata da un spazio mai esistito se non nella mente e nei desideri dell’artista. E’ come cercare un luogo, immaginare un tempo, un rifugiarsi che possa portare almeno una momentanea consolazione o dar sollievo.

(…) la luce. La luce è tutto, attraverso di essa si definisce perfino l’oscurità. Ora, qui siamo di fronte all’intrigante accostamento tra luce e silenzio. Certo, c’è la ristrettezza delle cose, la scelta rigorosa fino al limite degli oggetti della rappresentazione, e questo già crea il silenzio. Ma c’è anche l’assenza, quasi, dell’azione, persino l’assenza della fonte di luce, tanto che quando il sole o la luna (o anche il bianco appena accennato di due gabbiani o il giallo inaudito di una banderuola) appaiono assai pallidamente in questi cieli, siamo di fronte a qualcosa di clamoroso. (…) (G. Lauretano)

Sarà possibile visitare la mostra fino al 11 gennaio 2015, tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 16.00 alle ore 19.00 eccetto il lunedì. Catalogo disponibile in mostra.
Ingresso libero

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:01