Presentazione del libro "I misteri di Rimini"

Sabato 8 novembre al Museo della Città di Rimini
Data di pubblicazione

I MISTERI DI RIMINI

Verranno svelati l’8 novembre al Museo della Città

 

Forse non tutti sanno o ricordano che Carlo Goldoni, il celebre autore de “La locandiera”, scoprì proprio a Rimini la sua vocazione per il teatro; e che da qui si imbarcò in direzione Chioggia seguendo una compagnia di giro. O che fu proprio a Rimini che Giulio Cesare tenne il suo discorso alle truppe dopo aver varcato il Rubicone.  O, ancora, che il mite Giovanni Pascoli in giovinezza fu arrestato per le sue idee politiche rivoluzionarie. Idee che, guarda caso, avevo appreso proprio qui, a Rimini, dove frequentò la seconda liceo e un bel po’ di anarchici irrequieti. E forse non tutti ricordano che da Rimini passò anche il mitico Buffalo Bill con il suo circo. O che Garibaldi arringò la folla plaudente da un balcone di Corso d'Augusto. Che gli amanti Paolo e Francesca furono probabilmente uccisi qui e non a Gradara. E che prima di diventare economica e popolare, questa spiaggia era una meta esclusiva ambita dalla più alta aristocrazia europea. 

Il libro “I misteri di Rimini” edito dal Ponte Vecchio verrà presentato sabato 8 novembre alle ore 17 al Museo della Città di Rimini (Sala del Giudizio) dall’assessore alla Cultura del Comune di Rimini Massimo Pulini e dalla scrittrice Lia Celi.

All’incontro, che gode del patrocinio del Comune di Rimini, prenderanno parte gli autori, Vera Bessone e Federicomaria Muccioli, e l’editore Marzio Casalini.

L’attore Roberto Mercadini leggerà alcuni capitoli del libro.

 

I MISTERI DI RIMINI

Che cosa rende una città quella che è? Di che cosa è fato l’humus che la permea? E quali elementi hanno contribuito a formare il carattere dei suoi abitanti? In questo libro la storia di Rimini è letta attraverso episodi storici, aneddoti e personaggi che ne hanno scandito i secoli, dalla fondazione ai giorni nostri. Gli antichi Romani, Augusto e Giulio Cesare; Eutyches, il chirurgo di piazza Ferrari; i cavalieri Templari; i Frati Bianchi; Federico II di Svevia; la beata (e un po’ scostumata) Chiara da Rimini;  gli sfortunati Paolo e Francesca; naturalmente Sigismondo e il suo meraviglioso, incompiuto Tempio Malatestiano; Leonardo da Vinci incantato dalla Fontana della Pigna; Guido Cagnacci con le sue molte amanti; i grandi scrittori che da qui sono passati – da Petrarca a E. M. Forster  –; i giovani Carlo Goldoni e Giovanni Pascoli; l’irruento Giuseppe Garibaldi; un Buffalo Bill ormai lontano dalla gloria; Mussolini e Erich Priebke; Fellini e Alain Delon; fino alle tragiche sorti di Renzo Pasolini e Marco Pantani. Ognuno di loro ha lasciato un pezzo di sé, ognuno ha contribuito a costruire il mito di Rimini, a rendere questa città speciale, e non solo agli occhi dei suoi abitanti.

Così, il racconto si dipana tra storia e cronaca, arrivando a toccare argomenti quali la distruzione del Kursaal e il Teatro Galli, la costruzione della ferrovia tra Rimini e San Marino, la nascita del turismo di massa e la “riminizzazione”, la realizzazione del grattacielo, la chiusura dello Slego, fino a più recenti fatti sanguinosi. Tracce che portano alla definizione di una Rimini crocevia e crogiolo di culture, dall’antichità fino ai russi e ai cinesi di oggi. Una città, certo, ma prima ancora un luogo dell’anima e della memoria, collettiva e personale. Divisa in due da una ferrovia che ne esalta, topograficamente e simbolicamente, la schizofrenia. Il volume – una sorta di guida “alternativa” alla città – prova a ricostruire il filo di questa lunga storia, rispolverando con tono leggero episodi noti e altri meno conosciuti, a uso e diletto dei riminesi ma anche, soprattutto, di chi arriva sull’Adriatico e subisce il fascino irresistibile della città dei “sipulein”.

GLI AUTORI

Vera Bessone (Rimini 1968) è responsabile delle pagine culturali del Corriere Romagna. Ha pubblicato "La divina notte.

Viaggio quasi dantesco fra i gironi delle discoteche riminesi", Rimini 1995.

Federicomaria Muccioli (Rimini 1965) insegna Storia greca all’Università di Bologna.

Si interessa, tra l’altro, della storia della sua città natale. 

I MISTERI DI RIMINI

Tra storia e memoria

Prefazione di Massimo Pulini

Il Ponte Vecchio Editore, 2014

136 p., rilegato, euro 10

«(...) Il manifesto di “Amarcord”, dipinto da Giuliano Geleng su precisa indicazione del regista, tratteggia brevemente i caratteri dei singoli personaggi accostandoli, uno all’altro, in un’ideale foto di gruppo. Sullo sfondo appaiono, come grandi e fittizie scenografie, le immagini del Rex e del Grand Hotel, ma nel secondo piano ci sono elementi più familiari come una semplice tavola da pranzo o l’albero sul quale si era arrampicato il matto, la ruota del pavone sulla fontana della Pigna o la scena di un occasionale matrimonio. Fellini aveva lasciato Rimini quando ancora era un giovane disegnatore di caricature per turisti. Quel memorabile film ha saputo trasformare la modesta epica di provincia in un racconto universale, le manie dei professori e le ingenuità dei compagni di scuola, le deformazioni grottesche dei compaesani nell’anima più genuina di un luogo. Come in una caricatura che accentua i difetti e i caratteri, che descrive con un’ironia bonaria priva di offesa, Federico ha aiutato Rimini a disegnare il proprio autoritratto. Anche questo libro, in qualche misura, coglie le più salienti fisionomie dalla storia della città e dagli uomini che l’hanno popolata, marcandone certi caratteri e scandagliandone gli umori, con un’interpretazione spiritosa e spigliata che restituisce, di questa foto di gruppo, un’immagine del tutto somigliante». (Dalla prefazione di Massimo Pulini a “I misteri di Rimini”)

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:02