Nello specifico si tratta di 13 famiglie di altrettanti bambini già iscritti all’anno scolastico 2018/19 che dopo il 10 luglio (termine fissato per la presentazione della documentazione) hanno presentato la richiesta di appuntamento per la vaccinazione trasmessa all’AUSL della Romagna. Richieste però già più volte reiterate nel precedente anno scolastico e regolarmente inevase, spesso accompagnate da diffide e presentazione di documenti irrilevanti, con l’evidente intento di eludere l'assolvimento dell'obbligo vaccinale. Alla presentazione dell’ennesima richiesta di appuntamento e sulla base della condotta tenuta nello scorso anno scolastico, l’Amministrazione ha nuovamente contattato le famiglie assegnando ulteriori sette giorni di tempo per consentire di regolarizzarsi, senza esito. L’Amministrazione ha quindi dichiarato la decadenza dall’iscrizione ai servizi per l’infanzia e procederà alle notifiche degli atti alle 13 famiglie per poi riassegnare i posti liberi secondo l’ordine della graduatoria. Questi atti si aggiungono ai 27 già notificati, per un totale di 40 procedimenti.
“In tutti questi casi le famiglie hanno avuto tutto il tempo, e stiamo parlando di molti mesi e un intero anno scolastico, per poter regolarizzare la propria posizione, in un dialogo costante con i nostri uffici - spiega l’assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini Mattia Morolli – Oltre a poter contare sul supporto organizzativo del servizio pediatrico dell’AUSL della Romagna, che garantisce alle famiglie che intendono vaccinare i propri figli di provvedere senza formalismi e in pochi giorni, così da poter avere in mani in tempi celeri la documentazione che ricordiamo è requisito indispensabile per confermare l’iscrizione. E’ l’ultimo atto quindi di un percorso che parte da lontano, fatto di lettere, incontri, solleciti, mirati ad agevolare il più possibile le famiglie nell’adempimento delle prescrizioni di legge. Il Comune non può chiudere gli occhi davanti ad atteggiamenti palesemente elusivi, mirati oltre ogni evidenza ad aggirare le normative ma soprattutto rischiose: ricordo infatti che stiamo parlando della tutela della salute della comunità e in particolare delle fasce più deboli ed esposte. La linea tenuta finora, fatta di accompagnamento alle famiglie ma di intransigenza nel tener fede a un obiettivo che consideriamo prioritario, ci ha consentito di ridurre notevolmente il gap di copertura vaccinale che ha storicamente contraddistinto il nostro territorio. Mi auguro che l’attività che stiamo portando avanti – la cui bontà è stata riconosciuta anche dal Tar dell’Emilia Romagna che a fine maggio ha respinto i ricorsi contro l’ordinanza – sia servita anche a diffondere una maggiore consapevolezza e informazione sul tema dell’importanza della copertura vaccinale per la salute di tutti. Voglio ribadire che grazie alla determinazione del Comune di Rimini, la percentuale dei bambini vaccinati nella fascia di età 0-6 si è elevata tra 2017 e 2018 di oltre 6 punti percentuali medi. La dimostrazione concreta che solo intervenendo e agendo per la tutela del diritto alla salute, e non chiudendosi gli occhi o rifugiandosi in atteggiamenti di comodo e pilateschi, si garantiscono i diritti inalienabili di tutti e dell’intera comunità”.