Al termine il Consiglio ha respinto sia la mozione presentata dal consigliere Gioenzo Renzi (con 18 voti contrari, 12 favorevoli e nessun astenuto), sia l’ordine del giorno presentato dal consigliere Carlo Rufo Spina (18 voti contrari, 13 favorevoli).
“Trovare l’armonia tra innovazione e tradizione è una sfida continua per la città, che riguarda l’urbanistica e l’architettura così come il software e la proposta culturale – ha spiegato il sindaco Gnassi nel suo intervento – Tra Fellini e Sigismondo, nel nostro caso, non c’è dicotomia.
Fellini è la chiave, è lo strumento, di un progetto che riqualifica la città di Sigismondo e lo fa attraverso il sogno, il paradigma immaginifico felliniano conosciuto nel mondo che rimette al centro il castello malatestiano. C’è un disegno di città che attraversa le barriere, sia fisiche sia culturali e che oggi consente di collegare il lungomare ad un centro dove trovare un polo artistico-culturale di respiro internazionale. Rinunciamo alla valorizzazione della tradizione per paura dell’innovazione? La fedeltà alla tradizione non può ridursi ad un museo di ricordi, come diceva Malher significa “tener vivo il fuoco e non adorare le ceneri”. Il Covid – prosegue il sindaco - dice che oggi per attrarre i visitatori devi offrire verità e emozione, li devi sbalordire, perché la scelta della destinazione sarà molto più approfondita e selezionata anche sulla base dell’intensità dell’emozione che una terra saprà offrire. E a Rimini possiamo farlo perché siamo fluidità, libertà, perché abbiamo il tratto anarchico di Malatesta, perché siamo un pezzo d'Italia che può permettersi un sogno. Fellini è la chiave per trovare le risorse e valorizzare un grande contesto artistico e culturale, un polo che per esistere deve cambiare i paradigmi di tempo e spazio. Non c’è ‘fellinizzazione’: banalizzare e contrapporre significa non capire che il mondo ha bisogno di emozioni, di coltura e cultura, di creare incanto e sgomento. I linguaggi dell’arte non devono avere paura di rompere le stratificazioni e gli schemi”.
Rispetto ai ritrovamenti archeologici nell’area dei lavori “stiamo al fatto scientifico tecnico: se lì sotto ci fosse un tesoro lavoreremmo per valorizzarlo. Oggi l’organismo proposto sta dicendo che purtroppo ci sono solo lacerti, pezzi di mura. Valorizzeremo ciò che troveremo, ma non si può costruire un progetto su ciò che si immagina forse potrebbe esserci sotto. Non esiste una linea di finanziamento per sostenere scavi senza evidenze”.
Al termine del suo intervento il sindaco ha inoltre anticipato che il Comune è nella fase avanzata della procedura per far riconoscere Tempio Malatestiano e le terre malatestiane tra i patrimoni mondiali riconosciuti dall’Unesco, attraverso la costituzione di un comitato scientifico formato da esperti nazionali e locali.