'Piano spiaggia e riqualificazione della prima linea: due scommesse ambiziose da vincere'

Data di pubblicazione
Lettera aperta agli organi d'informazione del Vice Sindaco, Maurizio Melucci Gentile Direttore, mi scusi se abuso dell'ospitalità offerta dal Suo giornale per tornare su un tema che ritengo di particolare interesse pubblico e privato. Mi riferisco all'appello, fatto dal sottoscritto qualche giorno fa, circa la necessità che la nuova organizzazione dell'arenile riminese fosse speculare a un ragionamento profondo alla riqualificazione commerciale e alberghiera degli esercizi della cosiddetta 'prima linea'. Leggo delle reazioni delle Associazioni di Categoria alla mia riflessione il cui unico obiettivo è quello di aprire una discussione serena su un aspetto non piccolo della questione legata allo sviluppo complessivo della città: il ruolo del privato in questo processo che oggi parte dalla spiaggia ma non può limitarsi ad essa. Vedo e mi rallegro che Confcommercio e Confesercenti concordino sull'opportunità di dibattere il tema, diversificandosi semmai su alcuni particolari- non strategici- della mia analisi. Provo a sintetizzarla in due parole: non ha senso pensare all'arenile come una monade che non ha relazione e non 'comunica' con il resto della Marina e della città, ha senso invece che alla riorganizzazione della spiaggia sulla base di poche e chiare regole faccia da contraltare la sistemazione della parte dirimpettaia alla stessa, dove stanno pubblici esercizi, negozi e strutture ricettive. Per dirla in soldoni, è necessario superare l'organizzazione orizzontale della città turistica che vede una dopo l'altra, a partire dalla linea della ferrovia, barriere artificiali o naturali, piccole Maginot che continuano anche visivamente a legittimare l'obsoleta 'frattura' tra la Rimini del turismo e quella dei residenti. L'intenzione del Comune per quanto riguarda il Piano Spiaggia non è dunque quella di vivacchiare o di giocare al ribasso, al limite alla conservazione dell'esistente. No, abbiamo ambizioni più grandi e vogliamo competere per qualcosa di più importante del quieto vivere, sapendo che una discreta fetta del futuro di Rimini passa per ciò che faremo o non faremo, che consentiremo o non consentiremo di fare, sull'arenile. E' una scommessa che ha buone possibilità di essere vinta se ognuno dei soggetti coinvolti in tale sfida non si arroccherà a difesa del proprio orticello, saprà costruire percorsi pubblici e privati in grado di sostenere quell'innovazione e quella qualità del sistema che sono le uniche chiavi capaci di scardinare qualsiasi tipo di concorrenza. Nel ragionamento fatto pochi giorni fa ho dunque raccolto queste indicazioni- peraltro spesso espresse dalle stesse categorie economiche- invitando la città- e non solo l'Amministrazione Comunale- a puntare forte su se stessa, sul proprio orgoglio, sulla propria fiducia. Vi sono situazioni in chiaroscuro anche nel tessuto commerciale della prima e della seconda linea? Perché allora non parlarne già oggi e non cercare possibili soluzioni all'interno di un progetto più vasto e organico? Le Associazioni di Categoria chiedono al Comune di pensare progetti, iniziative, agevolazioni per sostenere questo certamente non banale e banalizzabile percorso. Sono d'accordo e per questo non vedrei per nulla male la costituzione di un vero e proprio specifico tavolo di lavoro al quale siedano i rappresentanti dell'Amministrazione Comunale e delle categorie interessate (albergatori, commercianti e artigiani) per individuare le strade più efficaci, rapide e convenienti per centrare il risultato. Non sarà facile ma Rimini può accontentarsi al motto di 'adelante, Pedro, con juicio'? Post scriptum: per evitare polemicucce sterili, ci tengo a precisare che il riferimento a Miami era semplicemente un esempio e non un modello da imitare.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:18