'Piano spiaggia condiviso in ogni fase con la città e le categorie economiche'

Data di pubblicazione
Dichiarazione dell’Assessore al Demanio Marittimo, Sandro Baschetti: “Ho letto con estremo interesse l’intervento della Confcommercio riguardante la proposta di riorganizzazione dell’arenile riminese. Mi trovo in perfetta sintonia con la sostanza delle idee espresse dall’Associazione di Categoria. Del resto non poteva essere altrimenti visto che l’Ascom, così come la Confesercenti e le Associazioni dei Bagnini hanno avuto parte attiva al tavolo di confronto attivato da oltre un anno dal Comune di Rimini per la stesura del nuovo Piano Spiaggia. L’affermazione della vocazione balneare dell’arenile di Rimini, la necessità di riqualificare la spiaggia dal punto di vista ambientale dotandola di maggiori servizi, l’opportunità di innovare nel pieno rispetto delle caratteristiche socio- economiche della città sono i paletti condivisi dall’Amministrazione Comunale di Rimini così come dalle Categorie Economiche cittadine le quali hanno collaborato in ogni fase alla redazione della proposta di Piano ormai definita. Vale la pena ricordare che nel giugno del 2003, il Consiglio Comunale di Rimini approvò quelle linee guida sulla base delle quali è stata poi ‘costruita’ la proposta. Si tratta di: - dare continuità alle scelte da tempo adottate dall'Amministrazione Comunale e mettere a frutto l'esperienza maturata nella realizzazione delle iniziative sull'arenile in ambito di pianificazione che ha riguardato Marina Centro, dal Porto Canale verso sud fino a piazzale Kennedy e verso nord fino a San Giuliano Mare, nonché quelle che hanno riguardato le singole frazioni; - confermare quelle soluzioni che consentiranno di riproporre le stesse modalità di ripristino delle componenti naturali ancora riconoscibili e la medesima dotazione di servizi del Piano di Marina Centro; - fare riferimento alle norme previste dal Piano Paesaggistico e dal Piano Territoriale Provinciale che al riguardo prevede la riduzione del 10% della superficie coperta e la realizzazione di varchi visivi, materiali eccetera; - definire con cura l'azzonamento della spiaggia, avendo in via preliminare stabilito la nuova organizzazione dello Stabilimento balneare in sostituzione della tradizionale tipica suddivisione riminese di bagno e bar; - individuare indicativamente in oltre cento metri la dimensione media dello stabilimento balneare, tenendo conto delle attuali situazioni concessorie. Questo trova oggettiva sintesi nella regola fondamentale del Piano Spiaggia: 'La tipologia del Piano è quella di uno strumento di gestione che prevede interventi di ristrutturazione e riqualificazione della spiaggia nel rispetto e nel ripristino dei caratteri ambientali dell'area; che articola le previsioni in relazione alle varie differenti situazioni locali (macrozone); che non prescrive l'attuazione di progetti pre - definiti ma indica regole e parametri per la definizione dei nuovi assetti da attuarsi non singolarmente, ma previa costituzione di comparti; che perimetra comparti indicativi, variabili in relazione alle aggregazioni che verranno a costituirsi, stabilendo comunque una dimensione minima e una massima consentite. L'attuazione delle previsioni porterà a una graduale sostituzione degli attuali numerosissimi bagni con un numero più ridotto di stabilimenti balneari pluriattrezzati'. Tutto ciò ha l’obiettivo di fornire servizi di qualità con attenzioni più specifiche verso la maniera con cui è mutata la funzione della balneazione. Primo punto basilare del Piano è l'individuazione delle 'macrozone', individuate nel numero di 13 (in ognuna delle quali va individuata la dotazione di spiagge libere da attrezzarsi convenientemente) tenendo conto della realtà geografica e degli strumenti pianificatori comunali. Tali parametri contengono già gli elementi per evidenziare differenze e caratteristiche specifiche dei singoli ambiti; ciò significa che il Piano non può contenere previsioni uguali e ripetitive per l'intero territorio comunale ma essere articolato in relazione agli ambiti individuati per meglio corrispondere alle necessità e alle esigenze delle singole zone. Per quanto riguarda i criteri di riqualificazione e accorpamento dei bagni, la proposta mette in evidenza come la strada dei criteri esclusivamente progettuali, con accordi basati su strumenti coercitivi, non è percorribile. Il 'comparto di intervento' allora comporta l'intervento di più operatori per l'attuazione di un unico progetto, evidentemente condiviso. 'Al contrario- si legge nella relazione introduttiva- il Piano deve individuare gli ambiti per la ristrutturazione e la riqualificazione della spiaggia, seguendo criteri regolamentari…lasciando agli operatori la possibilità dell'esatta individuazione dei comparti'. Quattro sono le fasce in cui si sviluppa la nuova organizzazione dello stabilimento balneare: a) Prima fascia, 'diaframma' tra la strada litoranea e l'arenile in cui vanno collocate sistemazioni ambientali e non possono essere sistemate superfici coperte; b) Seconda fascia, destinata a ospitare i servizi e le attrezzature necessitanti di superfici coperte c) Terza fascia, destinata alla cosiddetta zona ombreggio (ombrelloni, lettini eccetera) d) Quarta fascia, adiacente la battigia, rimane esterna alle concessioni degli stabilimenti; in essa insistono concessioni per noleggio natanti. Le direttive emanate dal Consiglio Regionale puntano, per quanto possibile, a una rinaturalizzazione della spiaggia. Il preliminare dunque indica come i materiali da collocare sull'arenile debbano essere di facile amovibilità. Si distingue tra corpi edilizi e/o manufatti fissi e corpi edilizi, manufatti e attrezzature stagionali. I primi possono essere collocati sull'arenile per tutto l'anno solare, i secondi solo durante la stagione balneare. I materiali fissi vanno collocati sulla seconda fascia e sono inibiti in terza e quarta fascia; in prima fascia sono ammessi solo marginalmente. Questa è la proposta condivisa di Piano Spiaggia, che traduce operativamente la natura e l’utilizzo balneare dell’arenile di Rimini, che non prevede clausole di ritiro di concessione, che non vuole aprire la porta ad un uso indiscriminato 24 ore su 24 di una parte di città dall’altissimo valore naturalistico e turistico, che non permette e non permetterà alcuna attività commerciale in spiaggia ma che offre un chiaro corpus di norme ‘cornice’ nelle quali i privati possono muoversi e rispondere al mercato. Nella sostanza, appunto, ripeto ancora una volta: sia l’Ente pubblico che le Associazioni di Categoria desiderano cogliere gli stessi obiettivi.”

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:15