All’1 luglio 2019 l’indebitamento complessivo per la costruzione del Palacongressi di Rimini, contratto negli anni passati da Rimini Congressi Srl, e dalla propria controllata, Società del Palazzo dei Congressi SpA (proprietaria del Palacongressi), è sceso sensibilmente, passando da 89 a 56,5 milioni di euro.
Rimini Congressi, beneficiaria del collocamento in borsa dei titoli della controllata ItalianExhibition Group (IEG), così come da mandato dei soci pubblici locali, destinerà nei prossimi giorni i proventi netti della vendita delle azioni alla finalità di dimezzare il debito residuo del mutuo contratto con Unicredit.
Rimini Congressi, al termine dell’operazione di estinzione parziale anticipata del mutuo, rimarrà debitrice, nei confronti di Unicredit di non più di 15,5 milioni, mentre Società del Palazzo dei Congressi, ha un debito residuo nei confronti di MPS di 23,5 milioni: il debito complessivo scenderà, quindi, a breve, a non più di 39 milioni di euro.
Ciò significa che, dal momento di definizione dei prestiti ad oggi, saranno stati onorati ben 50 milioni di euro di debito (circa il 60%), oltre a circa 11 milioni di interessi e accessori e che ne resteranno da rimborsare 39 (oltre a interessi e accessori).
Il programma di estinzione del debito, pienamente coerente con la programmazione iniziale dell’opera, prevede due fonti di rimborso: i 15,5 milioni residui del mutuo Unicredit, a carico di Rimini Congressi, saranno onorati,come negli anni passati, dai proventi della società; i 23,5 milioni a carico della controllata Società del Palazzo dei Congressi, saranno regolarmente onorati grazie ai proventi dei canoni di locazione del Palacongressi (il cui contratto con IEG è stato prolungato sino al 2035), ai proventi delle royalties degli albergatori aderenti ad AIA Palas ed ai canoni di locazione degli altri spazi (negozi e solaio) dell’immobile destinato a Palacongressi.
Si ricorda che il debito contratto negli anni passati dalla sub holding pubblica, Rimini Congressi Srl, e dalla propria controllata, Società del Palazzo dei Congressi SpA (proprietaria del Palacongressi), per il pagamento della società costruttrice e dei fornitori, è ammontato complessivamente ad 89 milioni di euro. La differenza è stata sostenuta con gli apporti di capitale degli enti pubblici soci (Comune di Rimini, per il tramite della propria holding Rimini Holding SpA, Provincia di Rimini e Camera della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini) e senza alcun finanziamento statale o comunitario a fondo perduto (al contrario, solo per fare un esempio, del nuovo Palacongressi di Roma con alcune centinaia di milioni di euro a carico del bilancio pubblico).
Questo quadro chiarisce – dichiara l’assessore al Bilancio e rapporti con le società partecipate, Gianluca Brasini – come l’operazione di edificazione e di finanziamento del nuovo Palacongressi di Rimini sia pienamente sotto controllo, essendo solidi i presupposti su cui si fonda il programma di estinzione del debito: questa operazione, unica nel suo genere, ha rappresentato una sorta di project financing (ossia di finanza di progetto) con un’opera pubblica, quale di fatto è il nuovo Palacongressi di Rimini, di proprietà della controllata di Rimini Congressi, in gran parte finanziata da quest’ultima destinando al Palazzo dei Congressi i proventi derivanti dalla partecipazione in IEG.”.
“Si può quindi affermare- è il commento di Marino Gabellini, amministratore unico di Rimini Congressi- che il modello societario elaborato dagli enti pubblici locali del territorio riminese (Rimini Congressi e le sue controllate Società del Palazzo dei Congressi e IEG), sia stato e rappresenti tuttora, un esempio virtuoso di volano per la crescita dell’intero territorio, grazie all’enorme contributo economico che lo sviluppo del comparto fieristico-congressuale ha fornito in questi anni al Pil del territorio. Il tutto realizzato senza discapito per lo sviluppo della società operativa (IEG) la quale, con la propria attività, non solo ha reso sostenibile il modello, ma è anche cresciuta fino a rappresentare, nel mercato interno, prima con l’operazione di aggregazione con Fiera di Vicenza ed oggi con l’operazione di quotazione dei propri titoli alla Borsa Italiana, uno dei principali leader del settore con prospettive di ulteriore crescita anche sul mercato internazionale.”.