Oltre 150 contatti per lo Sportello a tutela dei diritti dei lavoratori migranti

I problemi segnalati dopo l'entrata in vigore della nuova normativa
Data di pubblicazione
Pubblichiamo il testo 'Relazione attività Sportello per la tutela dei diritti dei lavoratori/lavoratrici migranti', redatto dagli operatori (avvocati Francesco Totti e Roberto Urbinati, operatrici culturali e Laura Bracci e Manila Ricci, mediatrice culturale dottoressa Valeria Guagnelli) che lavorano allo sportello. Si tratta di una sintesi di quanto scaturito sinora dal servizio- voluto dall'Assessorato alle Politiche del lavoro del Comune di Rimini- portato avanti settimanalmente (martedì e giovedì) nelle sedi di Quartiere 5 e 6. 'Il progetto ha avuto inizio la prima settimana del mese di novembre 2002, fondando la propria ragione sulla avvertita necessità di assistere i lavoratori extracomunitari migranti sul territorio comunale a seguito della recente legislazione. La realizzata intenzione di chi opera allo sportello, è l’assistenza ai lavoratori migranti con specifico riferimento alle problematiche relative al loro ingresso nel mondo del lavoro e nel tessuto produttivo della provincia riminese, passando attraverso il procedimento di regolarizzazione così come introdotto dalla Legge Bossi-Fini e successive interpretazioni. Con riferimento, in particolare, all’attività svolta e alle problematiche maggiormente frequenti l’attività dello sportello può essere suddivisa nei seguenti periodi: 1) Nel periodo compreso fra novembre e dicembre 2002, vale a dire immediatamente prima della scadenza del termine della sanatoria dei lavoratori immigrati (fissata dalla legge per l’11.11.2002) e per tutto il mese successivo, le problematiche maggiori segnalate hanno avuto ad oggetto l’interruzione ad nutum del rapporto lavorativo in prossimità di detto termine. Si è infatti verificata una vera e propria emergenza dovuta a licenziamenti. Per semplificare: extracomunitari che hanno lavorato mesi, molte volte con salari miseri solo al fine di ottenere la regolarizzazione, in prossimità del termine ultimo per presentare la domanda di rito, sono stati allontanati dal posto di lavoro. E poiché si trattava per lo più di lavoratori a domicilio – colf, badanti – perdendo il lavoro hanno perduto anche i luoghi di soggiorno e dimora. 2) Successivamente nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2003, l’emergenza si è trasferita sul rapporto in essere fra datore di lavoro e lavoratore: le segnalazioni hanno riguardato la crescita incontrollata di posizione dominante del primo, parte indiscutibilmente più forte, nei confronti del secondo, parte più debole del rapporto. Situazioni facilitate dalla poca chiarezza della Bossi-Fini e dalla confusione normativa che ne è seguita. In tale fase si è constatato non solo che i datori di lavoro hanno posto a carico dei prestatori di lavoro i costi dei contributi, ma hanno portato avanti una condotta di corresponsione di salari inferiori a quelli minimi consentiti, facendo leva sulla loro posizione nettamente dominante. Abbiamo assistito anche al particolare fenomeno per cui i datori di lavoro pronti ad assumere regolarmente extracomunitari si sono tirati indietro spaventati dalla confusione creata e dal timore di poter essere sanzionati. 3) L’emergenza attuale, verificatasi già a partire dalla metà di aprile 2003 ad oggi, deriva ancora dall’assoluta incertezza circa l’esatta interpretazione non soltanto delle norme della Legge Bossi-Fini, ma anche dei regolamenti attuativi nel frattempo intervenuti che invece di portare chiarezza, hanno contribuito a rendere la materia ancor più caotica. Per semplificare si veda la situazione dei prestatori di lavoro che in pendenza del procedimento di regolarizzazione, sono stati licenziati o hanno receduto unilateralmente tramite dimissioni, i quali allo stato attuale non sanno se possono essere regolarizzati ancorché abbiano trovato un nuovo datore di lavoro (come, da chi). In argomento, neppure le recenti circolari del Ministero degli Interni e del Ministero del Lavoro sono riuscite a dare un’interpretazione definitiva, chiara e certa sulle modalità di risoluzione di consimili casi. Le problematiche sopra evidenziate rappresentano una sintesi, essendo invero numerosissime e assai variegate le problematiche trattate che per comprensibili ragioni di spazio, tempo, difficoltà e riservatezza non riporteremo. Ricordiamo inoltre che lo sportello è aperto due volte alla settimana dalle ore 15alle ore 18; il martedì presso il Quartiere 5 e il giovedì presso il Quartiere 6. Oltre ai due avvocati partecipano al progetto, una mediatrice culturale e due operatrici culturali. Si sono registrati a partire da gennaio 2003 più di centoventi accessi personali da parte di lavoratori e lavoratrici migranti, ai quali devono essere aggiunti una decina di datori di lavoro (riminesi o di zone limitrofe) e circa una trentina di contatti telefonici.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:19