E’ il momento in cui ognuno di noi deve fare il massimo per tentare di far sì che l’Emilia Romagna, la Romagna, la nostra provincia non diventino, secondo i parametri del CTS e del governo, nei prossimi giorni, nelle prossime settimane zona rossa. La classificazione attuale dei nostri territori non significa e non deve essere vissuta con rilassatezza. Significa semplicemente che per ora siamo in condizioni più gestibili rispetto ad altri territori. Sono stati fatti e si fanno molti tamponi. E’ forte l’attività di rintracciamento delle persone entrate in contatto con il virus. Il fatto di aver rintracciato molti asintomatici, di avere un’ospedalizzazione che ha consentito anche le attività ordinarie è importante. Ma non è conquista per sempre. La verità è che da domani l’onda d’urto può essere un’altra e più forte. Non essere per ora zona rossa non è il ‘libera tutti’, ma è un’opportunità: abbiamo il compito di far sì che quei numeri e quegli indici dell’Istituto superiore della sanità a cui siamo aggrappati, restino tali da poter permettere alle nostre comunità di evitare ulteriori restrizioni. Se il quadro cambia non si esiterà a prendere i provvedimenti necessari e più restrittivi.
A seconda che si trovino al governo o all’opposizione, del Governo centrale o di un Comune, le forze politiche tutte, quelle sociali ed economiche, anziché indicare colpe o fare proclami, devono evitare come ha detto il Presidente Mattarella ‘protagonismi, partigianerie, egoismi’. La verità è che tutti ci auguravamo o speravamo o credevamo questa estate e subito dopo, che il più fosse fatto. Ma non è così. Al di là di tutte le misure diverse prese nel mondo, dalle attività più o meno chiuse, dalle scuole, dai trasporti e così via, nel mondo il virus dilaga ovunque.
Ognuno deve fare come non mai la propria parte, a partire dalle misure basilari: distanziamento delle persone, igienizzazione delle mani, mascherina sempre. Dobbiamo proteggere figli, padri, nipoti e nonni. Tutti, nessuno escluso. Dobbiamo evitare il più possibile gli spostamenti non necessari. Non dimentichiamo, gli eroi ci sono. E sono i medici, gli infermieri, il personale sanitario a cui va ancora una volta, e più forte, il mio, il nostro ringraziamento. Ma non possono essere soli. E soli non possono essere lasciati anche i lavoratori e le attività economiche. Se è il momento della responsabilità di ognuno di noi, ed è anche e soprattutto il momento della responsabilità per le massime istituzioni del Paese. Come Comuni, come Comune di Rimini, ci metteremo faccia, tenacia, risorse e provvedimenti. Chiediamo al governo la certezza, ascoltando territori e opposizione, chiediamo che si intraprenda una linea e non si cambi repentinamente direzione. Oggi c’è un quadro nazionale e criteri per interventi zona per zona. Si tenga la barra su questo indirizzo.
In questo senso con l’ultimo Dpcm si è fatto un passo avanti, definendo un sistema che ha degli automatismi attraverso i quali l'intensità delle restrizioni è parametrata al livello di contagiosità del virus e alla capacità del sistema sanitario del territorio di rispondere all’emergenza e alle necessità della popolazione.
E con la stessa precisione e determinatezza è indispensabile che i provvedimenti a sostegno delle categorie maggiormente colpite non restino sulla carta, da oggi pare importante per ristori e indennizzi per le attività chiuse, ma si traducano velocemente in aiuti concreti. Ai sacrifici chiesti ai cittadini devono corrispondere ristori immediati che non restino impigliati nelle maglie della burocrazia. Come presidente di Anci Emilia Romagna sono costantemente in dialogo con i colleghi e con il presidente Decaro affinché lo Stato dia seguito agli impegni presi nel dl Ristori, sollecitando anche nuove misure di intervento nei prossimi provvedimenti economici allo studio da parte del Governo in queste ore” . Alle risorse della Regione Emilia Romagna si aggiunge l’intervento che faremo su TARI, COSAP e “Open Space” per tutto il 2021.”