Nota dell'Amministrazione Comunale

Sulla vicenda questura purtroppo, più delle fantasiose ricostruzioni del passato da parte del liquidatore Mosconi, non parlano solo le rassegne stampa degli ultimi 10 anni ma soprattutto gli atti ufficiali
Data di pubblicazione

E cioè una convenzione annullata nel 2010 dal Comune per la totale inadempienza del privato. Un annullamento confermato da due gradi di giudizio che hanno visto rigettare entrambi i ricorsi di DAMA.

A questo si aggiungono, come atti ufficiali, la causa ancora in corso circa una richiesta danni di 10 milioni di euro avanzata dal Comune a Dama per l'evidente danno apportato alla comunità riminese dal comportamento del privato; una morosità di circa 7 milioni di euro per mancato versamento dell'Imu sull'immobile e, buon ultimo, il pagamento di 10 mila euro per l'intervento coatto di pulizia sull'edificio lasciato colpevolmente nel degrado dalla proprietà e senza alcun riscontro dal curatore Mosconi.

Questo per il passato. Per il presente si precisa che in relazione ad incontri con non meglio precisati gruppi e società italiani e/o con sede all’estero di cui non si conoscono né nomi né profili, non è giunta ad alcun ufficio comunale alcuna richiesta d'incontro dalla curatela.

Pertanto le dichiarazioni rilasciate quest'oggi dal curatore Mosconi non solo sono prive di qualunque fondamento, in piena linea con quelle rilasciate sul passato, ma siccome hanno il solo obiettivo di gettare ombre sull'Amministrazione Comunale, verranno sottoposte alla valutazione degli organi deputati per l'evidente profilo diffamatorio presente in esse.

Sulla vicenda l'Amministrazione Comunale ha tenuto doverosamente relazioni fin dall’inizio con il Ministero dell’Interno e poi sempre con la Prefettura, nella persona del Sig. Prefetto. Prefettura sede istituzionale propria per la questione della nuova questura e sede propria per valutare azioni e iniziative con il coordinamento del Prefetto stesso.

Appare sempre più evidente che se prima la situazione era complicata, ad oggi la situazione non è assolutamente migliorata. C’è bisogno che tutti facciano bene e rigorosamente il proprio lavoro.

A questo punto, alzare polveroni appare un classico all’italiana per tentare di nascondere di chi sono le responsabilità vere. Se oggi si discute ancora di una possibile soluzione per i locali di via Bassi (e quindi anche per i creditori della DAMA) e non ci si è rivolti verso altri edifici con il rischio appunto che l’immobile di via Bassi rimanesse un insopportabile danno per i riminesi, è grazie alla fermezza dell’Amministrazione e alle iniziative del Prefetto.

Pare ora il caso che anche il liquidatore Mosconi cominci a fare il suo lavoro presentando il piano di liquidazione invece di perdere tempo con improbabili ricostruzioni della vicenda; ricostruzioni le quali si sciolgono come neve al sole una volta letti, anche con approssimazione, gli atti amministrativi e giudiziari che riguardano l'intera vicenda.

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:59