"Non viviamo sulla luna!": la risposta dell'assessore alle Politiche ambientali Sara Visintin alla nota di Marco Lombardi

“Chiunque si trovi sulla strada percorsa da autoveicoli adibiti a servizi di polizia o antincendio e di protezione civile e delle autoambulanze, appena udito il segnale acustico supplementare di allarme ha l'obbligo di lasciare libero il passo e, se necessario, di fermarsi.” Non lo dice il Comune di Rimini ma le norme di comportamento del Codice della strada.
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Stupiscono pertanto le dichiarazioni del consigliere Lombardi quando ci accusa di “vivere sulla luna per ritenere che, in caso di necessità, le auto si allineeranno al margine della pista ciclabile per far passare l’ambulanza”, quasi che le norme che regolano la convivenza civile, specie in situazioni così impegnative ed anche pericolose come lo è la circolazione stradale, siano un opzional, “un consiglio - come si dice a Roma - mica un obbligo”. E’ questo “vivere sulla luna”? E’ “vivere sulla luna” chiedere che le norme siano rispettate, in principal modo per la sicurezza di tutti?

Inutile rimarcare ancora una volta come la pista ciclabile del lungomare sia perfettamente a norma e come situazioni limite, come quella del passaggio dei mezzi di soccorso, siano state ponderate e risolte.

Quello che più preoccupa però è la concezione delle regole e della convivenza civile che traspare in altri passaggi della nota di Lombardi sulla pista ciclabile del lungomare. Ma come si fa a considerare accettabile, e giustificare, “che prima le biciclette e pedoni convivessero sul marciapiede con una certa tolleranza” ? Credo inutile sottolineare come quello delle biciclette circolanti sul marciapiede riservato ai pedoni sia, anzi sia stato perché oggi proprio grazie alla ciclabile ciclisti e pedoni possono circolare ognuno su spazi riservati e regolamentati, un comportamento vietato dal Codice della Strada, pericoloso e, come sa chiunque viva il lungomare, fonte di continui dissidi e liti.

Quanto all’introduzione del limite dei 30 Km/h e a come questa misura contribuisca ad accrescere la sicurezza (ricorderei che 52 sono stati gli incidenti rilevati dalla Polizia municipale lo scorso anno, 57 nel 2011) è proprio l’Unione Europea che, facendo propri i risultati di una ricerca condotta dall’Università di Leicester, tra le azioni che si sono rivelate determinanti per affermare la mobilità lenta in varie città europee individua come prima azione la riduzione, all’interno dei centri abitati, della velocità di auto e motocicli a 30km/h, anche intervenendo, ove necessario, sulle caratteristiche fisiche e funzionali con barriere, pavimentazioni speciali, riduzione di carreggiate, ecc…

Un’indicazione – quella del limite della velocità a 30 Km/h - ripresa tra proposte di revisione del Codice della Strada formulate nel corso dei lavori degli Stati Generali della Bicicletta organizzati da FIAB (federazione italiana amici della bicicletta) e Legambiente nell’ottobre scorso a Reggio Emilia, e fatta propria anche da questo Comune che l’ha ripresa nei protocolli sottoscritti coi sindacati in materia di sviluppo della mobilità lenta.”

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:05