Ventisette casi che, al termine fissato per il 10 luglio 2019, non hanno consegnato alcuna documentazione prevista a comprova della regolarità vaccinale dei propri figli, in palese violazione della legge nazionale cosiddetta ‘Lorenzin’, e per questo non potranno né accedere né frequentare le scuole d’infanzia comunali a Rimini. I posti decaduti saranno subito riassegnati, secondo la graduatoria, a coloro che si sono collocati in posizione utile.
Oltre queste 27, altre 23 posizioni sono soggette a monitoraggio ulteriore da parte degli uffici comunali. Si tratta di bambini per cui sono stati presentati documenti o parziale o non attestanti chiaramente la situazione vaccinale. Per tali posizioni è stato instaurato un contradditorio con richiesta di completare la documentazione con certificato vaccinale di frequenza ed assegnazione di un termine perentorio.
“L’invio delle 27 lettere -e l’avvio del monitoraggio per le altre in sospeso - è solo l’ultimo passaggio – ricorda Mattia Morolli, assessore ai servizi educativi del Comune di Rimini -del complesso percorso di recupero degli inadempienti all’obbligo vaccinale avviato nel 2017 dopo l’approvazione della relativa legge. Un percorso molto lungo e duro, che, almeno per il Comune di Rimini, ha però permesso di recuperare gradualmente il gap romagnolo, e riminese in particolare, avvicinandolo sempre di più alla media della Regione Emilia - Romagna. I dati sulla copertura vaccinale che comparano le annualità 2017 e 2018 restituiscono un quadro di netto recupero per Rimini. Un quadro sicuramente ancora migliore allo stato attuale, in considerazione dell’ordinanza sindacale entrata in vigore lo scorso 24 aprile e il lavoro di questi ultimi due mesi che ci ha permesso di recuperare la stragrande maggioranza delle posizioni incerte. La decadenza dalla frequenza scolastica per i 27 casi citati è logica conseguenza di questa attività portata avanti per la tutela della salute di tutti i bambini e delle loro famiglie, riconosciuta anche dal Tar dell’Emilia Romagna nella sentenza che a fine maggio ha respinto i ricorsi contro l’ordinanza ”.