Nel nome di Sigismondo e del rapporto tra Oriente e Occidente si sono concluse le tre giornate della XX edizione del Festival del mondo antico

Ha rispettato le attese la XX edizione del Festival del Mondo Antico svoltasi lo scorso weekend (12-14 ottobre), che nel titolo, TRA ORIENTE E OCCIDENTE. DIALOGHI NEL TEMPO, preannunciava un tema di ampio respiro e dalle infinite sfaccettature; tema declinato all’insegna del dialogo e dell’ascolto intorno alla figura di Sigismondo Pandolfo Malatesta e alla sua corte, a conclusione di oltre un anno di celebrazioni malatestiane.
Data di pubblicazione

ANTICO/PRESENTE. FESTIVAL DEL MONDO ANTICO XX ED.

TRA ORIENTE E OCCIDENTE. DIALOGHI NEL TEMPO

Rimini, Cattolica, Riccione, San Leo, Santarcangelo, Verucchio

12-14 Ottobre 2018

 

Nelle tre giornate oltre 6.000 persone hanno partecipato a più di ottanta eventi capaci di attrarre i curiosi, coinvolgere gli appassionati, interessare gli studiosi e gli stessi relatori che spesso si sono trattenuti per “vivere” il festival, talvolta offrendo la loro generosa disponibilità per sedere più volte al tavolo dei conferenzieri, anche in performance fuori programma, come Giovanni Brizzi e Franco CardiniUn pubblico variegato per età, intereressi e cultura, ha dimostrato di apprezzare l’intero palinsesto, seguendo numeroso tutti gli appuntamenti: dall’anteprima del Festival, dedicata a un antesignano del dialogo interreligioso, Filone Alessandrino, alla lectio magistralis di Marta Cartabia e Luciano Violante che hanno sottolineato l’importanza dell’ascolto e della prudenza nell’esercitare la giustizia; dall’affascinante racconto dei tesori antichi, ammirati nella Turchia degli anni ’60 del Novecento, e del confronto con la realtà attuale, reso attraverso il ricordo di Valerio Massimo Manfredi e la cronaca di Marco Guidi, alla serata che ha visto Vito Mancuso, introdotto da Marco Bertozzi, argomentare un tema arduo quale quello dell’immortalità dell’anima, in un simbolico omaggio al signore di Rimini che quasi 600 anni fa aveva organizzato alla sua corte una disputa filosofico-religiosa intorno al medesimo argomento; dalla giornata di studi che ha esplorato i rapporti fra Oriente e Occidente nell’epoca di Sigismondo, all’incontro tenuto da Silvia Ronchey sulla splendida Cleopa Malatesta e i misteri che ancora avvolgono la sua breve vita e la sua morte a Mistrà; dalle influenze dell’arte ellenistica sulle prime espressioni dell’immagine di Buddha illustrate da Alberto De Simone all’influenza della moda orientale in Occidente, ben documentata lungo i secoli da Maria Giuseppina Muzzarelli in un piacevole excursus attraverso tanti capolavori pittorici; dal tutto esaurito degli “Aperitivi con l’Autore” e delle visite guidate alla Domus del Chirurgo e nelle sale del Museo della Città, agli spettacoli allestiti a Castel Sismondo e in Sala Pamphili e fino alle proposte più alternative rivolte ai giovani quali il “concerto parlato” al Bar Lento e le “letture spiritiche” che hanno segnato il congedo dal Festival.

 

Molto apprezzate anche le ricostruzioni storiche della Legio XIII Gemina-Rubico e le attività esperenziali, ed entusiastica la risposta dei giovani che hanno partecipato agli eventi dedicati alle Scuole e anche hanno attivamente contribuito all’organizzazione, come gli studenti del Liceo Linguistico “G. Cesare-M. Valgimigli”, coinvolti nel progetto di “Alternanza Scuola-Lavoro”, e quelli dell’Istituto “Sigismondo Pandolfo Malatesta” che hanno curato i diversi momenti conviviali.

 

Ancora una volta il Festival ha animato il cuore antico di Rimini e del suo territorio regalando al Museo e alla Domus un’atmosfera partecipata e vissuta con piacere da chi trova nell’antico non tanto un modello da seguire -come sottolineato da Mario Lentano ai ragazzi delle scuole- ma una voce in più da ascoltare per capire il presente e costruire il futuro. A venti anni dalla prima manifestazione, il Festival ideato da Marcello Di Bella ha dunque confermato intatta la sua vitalità, attraendo e sapendo soddisfare tante persone assetate di conoscenza e di sapere e rivelandosi la “festa” di quell’umanesimo che la corte malatestiana fu tra le prime a coltivare, lasciando poi un’eredità ancora viva nel DNA della città. 

 

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 16:43