Una volontà che ha trovato tante volontà ha detto il Sindaco di Rimini presente questa mattina al taglio del nastro inaugurale a cui, oltre al vicesindaco Gloria Lisi, ha partecipato Paolo Ramonda, presidente dellassociazione Papa Giovanni XXIII che hanno saputo concretizzare un esempio forse unico in Italia, offrendo lopportunità a chi sceglie Rimini per una vacanza di mettersi in ascolto di chi sta vivendo momenti non facili, nella tradizione migliore della nostra accoglienza. Unesperienza che può nascere solo da una terra buona come la nostra, dove unazione sociale come quella che inauguriamo questoggi contribuisce ad accrescere lidentità della nostra città.
Ci è sembrata la miglior risposta ha detto il vicesindaco Gloria Lisi che oltre alla casa ha la delega al Welfare e Protezione sociale a unesigenza sempre più presente tra la popolazione a causa dellaggravarsi della situazione socio economica.
Un disagio abitativo in forte aumento, caratterizzato da vulnerabilità differenziate, che ci ha spinto a prevedere una serie dinterventi differenziati, mettendo al centro di ogni intervento la persona, la sua storia, le sue capacità, per valorizzare al massimo il potenziale individuale e stimolare, attraverso strumenti mirati, le potenzialità personali.
E una nuova visione di welfare, che da welfare sulle condizioni di vita deve trasformarsi nel welfare delle capacità con al centro la persona stessa investendo su progetti di sostegno individualizzati. E lAlbergo sociale è uno di questi, per passare da un concetto di permanenza perpetua dei nuclei famigliari in soluzioni reperite dallEnte Pubblico a un principio di transitorietà, ovvero con tempi certi e definiti di soggiorno, limitando e riducendo i tratti assistenzialistici degli interventi e sviluppando quelli di reinserimento. E tutto ciò in una struttura come questa che trova una nuova doppia vita non emarginando ma accogliendo.
La struttura dellAlbergo sociale è composta da una serie di stanze di capienza differenziata, una parte delle quali riservate al Comune di Rimini, per far fronte ai bisogni di coloro che, a seguito di sfratto, ordinanza di sgombero o in condizione di un più generale fragilità sociale hanno la necessità di risiedere nella struttura per un periodo limitato fino al rientro in autonomia.
Gli inserimenti vengono predisposti dal Servizio Anziani del Comune, dai Servizi Sociali AUSL ma in gran parte dagli operatori dello Sportello Sociale che si occupano di progettare ed erogare servizi socio assistenziali per quelle categorie che sono state definite nuove categorie di svantaggio, come le madri sole con figli minori a carico; invalidi civili con più del 75%, ex detenuti residenti; persone in condizione di disagio psico-sociale; ultracinquantenni che hanno perso il lavoro dal 2009 con minori a carico; ultracinquantacinquenni che hanno perso il lavoro dal 2009.
Tre mesi viene considerato un tempo utile per la risoluzione delle problematiche che hanno determinato la transitoria condizione di fragilità. In questo lasso di tempo i nuclei sono supportati da operatori professionali che curano laccoglienza e accompagnamento alluso della struttura; la promozione delle relazioni esterne alla struttura in collaborazione con i servizi territoriali; il sostegno in percorsi di crescita individuali attraverso lascolto, linformazione, lorientamento e laccompagnamento ai servizi già strutturati.
La struttura è operativa da circa 6 mesi e i nuclei familiari già coinvolti sono stati 11, ognuno con una storia di vita diversa.
La gestione dellAlbergo sociale, che il Comune di Rimini finanzia con un contributo economico annuale di 50.000 euro, è stato affidato a seguito distruttoria pubblica allAssociazione Papa Giovanni XXIII.