La storiografia artistica é costellata di metafore e di analogie.

Il semplice tentativo di tradurre in parole un'opera d'arte visiva necessita di un ricco apparato di ponti simbolici e di protesi comunicative.

Non vi é testo di critica, ma nemmeno di filologia, che non abbia preso in prestito termini che appartengono ad altre discipline per descrivere lo stile di un dipinto o per commentare le forme di una scultura. Servono spesso definizioni musicali o espedienti letterari per meglio chiarire la particolare proprietà di un colore o l'intensità di un gesto pittorico.

In onore a questo tradimento necessario, e nella considerazione del fascino che tale pratica contiene, il Museo della Città di Rimini ha deciso di presentarsi alla Settimana dei Beni Culturali con una serie di allestimenti metaforici.

Rimini, a ogni appuntamento annuale che festeggia la rete museale italiana, offrirà al pubblico sette installazioni (una per ogni giorno dell'iniziativa) che si porranno in dialogo con altrettante opere della propria collezione.

Oggetti significanti, elementi della natura o sintetiche scenografie si mettono al cospetto dei dipinti e delle sculture per sollecitarne una lettura interpretata e singolare.

L'intento non è quello di sostituire o sospendere l'analisi filologica della storia, ne di imitare installazioni d'arte contemporanea, più semplicemente si intende offrire una stimolazione sensoriale e semantica che colga anche solo un aspetto marginale del testo storico, un elemento che per un giorno divenga la
porta d'ingresso all'opera.

In questo modo le letture della nostra storia si aprono a varianti infinite e insieme ne ribadiscono la vita, l' inesaurita relazione che l'arte di ogni tempo ha con il nostro presente.