'Le ragioni di un no alla guerra'

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Il testo dell'intervento svolto quest'oggi dal Sindaco Alberto Ravaioli, in apertura del Consiglio Comunale: 'Signor Presidente, Consiglieri, Assessori L'esplodere di una guerra rappresenta sempre e comunque una sconfitta per l'umanità e impone a tutti noi- cittadini e amministratori della cosa pubblica- più di una riflessione. Ma nel caso del conflitto scoppiato questa notte si cela un aspetto che ne configura l'abnorme anomalia: Nazioni da sempre vestali della democrazia, hanno deliberatamente scelto di mandare in frantumi quegli organismi internazionali che nell'ultimo secolo hanno rappresentato i capisaldi della stessa democrazia e il laboratorio deputato a risolvere con lo strumento del dialogo qualsiasi conflitto. Comunque andrà e qualunque sarà la durata di questa guerra, si è già modificato un delicato equilibrio- di rapporti di collaborazione e di forza- con conseguenze imprevedibili, in ogni caso pericolose. La consapevolezza di tutto ciò è uno dei peccati più gravi di chi si è accollato- nonostante decine di milioni di persone che in tutto il mondo sono scese in piazza per gridare 'Pace'- la responsabilità di muovere guerra verso un popolo sfinito, la cui unica colpa è di non sapersi liberare di una feroce dittatura, alimentata al suo avvio proprio dagli Stati che adesso hanno imbracciato le armi. Non è un caso che l'uomo che più di ogni altro ha avvertito la 'singolarità' di questa guerra, è stato il Santo Padre che ha censurato con parole durissime e inconsuete per la storia della Chiesa la volontà belligerante. Io credo che insieme al giudizio dell'uomo di fede vi sia un giudizio nobilmente 'politico'- non strumentalizzabile da alcuno- da parte del Pastore della Chiesa. Un giudizio che tiene evidentemente conto della 'irragionevolezza' di questa guerra: se Giovanni Paolo II ha confutato pubblicamente le tesi di chi orientava la sua barra sulla guerra di religione, è perché ha avvertito l'ambiguità e il pericolo del messaggio consegnato al mondo come 'la motivazione del conflitto'. E' un salto di qualità che rischia di riportare il mondo indietro di mille anni. L'Italia, ancora una volta, ha scelto di ripararsi all'ombra del più forte, perdendo l'ennesima occasione- quell'occasione magistralmente colta da altre grandi Nazioni europee- di demarcare un'autonomia e vestire i panni di arbitro mondiale della pace. La colpa è ancora più grave perché chi ha scelto da che parte schierarsi non ha tenuto in alcun conto i pensieri e le emozioni della maggioranza delle persone. Il Consiglio Comunale, questa sera, deve esprimere il suo no alla guerra, intesa come forma di violenta prevaricazione individuale e collettiva capace di cancellare il dialogo e il confronto. Ma credo che debba altresì impegnarsi affinché, all'interno delle forze politiche, l'obiettivo della pace diventi una priorità e un motivo di essere quotidiano e non un'emergenza da rincorrere all'indomani di un attacco. Per quanto mi riguarda chiederò al Governo di adottare ogni iniziativa affinché vengano riaperti i canali diplomatici e si giunga a una soluzione pacifica del conflitto. Se questa sera convenissimo tutti su questo punto, la richiesta di pace avrebbe ancora più speranze di essere accolta.'

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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:20