Quelle tredici mani sono il segnale incoraggiante arrivato al termine del workshop ‘Welfare come opportunità territoriale e di sviluppo aziendale’, organizzato ieri al Club Nautico.
Un momento di confronto a cui tenevo particolarmente e che ho voluto promuovere con un duplice obiettivo: da una parte quello di dare alle aziende maggiori informazioni sull’opportunità e vantaggi che porta l’assunzione di dipendenti con disabilità. Dall’altra di favorire un nuovo modello di collaborazioni positive fra imprese e servizi pubblici. E’ necessario infatti fare uno scatto nel modo di pensare al rapporto tra lavoro e persone a rischio di esclusione, uscendo dalla logica dell’assistenzialismo ma trasformandolo in opportunità, sia per le persone che vengono inserite nell’ambiente di lavoro, sia per l’azienda stessa. Lo hanno spiegato bene nei loro interventi ieri sia Luca Carrai, CEO di Ethicjobs Società Benefit, sia Alessandro Bracci CEO di Teddy: dati alla mano è infatti dimostrato come la presenza nel gruppo di lavoro di persone con diverse abilità porti un aumento di efficienza e di produttività del gruppo, migliorando anche le relazioni sociali tra i dipendenti, la coesione e la condivisione per il raggiungimento di un obiettivo. Questi aspetti saranno anche oggetto di un approfondimento scientifico da parte dell’università, ma nel frattempo parlano le esperienze degli imprenditori che hanno deciso di includere persone con fragilità sociali e non se ne sono pentiti.
Sul territorio non possiamo nascondere che esiste un gap forte: esistono infatti obblighi normativi per l’inserimento di persone con disabilità in azienda, ma riguardando solo le imprese con più di 15 dipendenti, mentre a Rimini la stragrande maggioranza delle imprese ha personale di meno di dieci unità. I servizi del Comune sono da sempre impegnati a promuovere l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro, ma spesso oltre a qualche esperienza temporanea, questi percorsi non si traducono in vera e propria occupazione. Per questo motivo come Amministrazione ha deciso di avviare un tavolo con le associazioni del terzo settore e con i sindacati, anche loro presenti ieri al workshop, per far capire alle aziende quali e quanti siano i vantaggi del poter contare nella propria squadra di persone con capacità diverse da quelle degli altri”.