Finanziere, eremita e sacerdote (1920-1968).
Nella mattinata odierna si è svolta in Rimini la cerimonia di intitolazione a Don Quintino Sicuro, già Sottobrigadiere della Guardia di Finanza, della rotatoria posta nelle immediate adiacenze di questo Comando Provinciale, all’incrocio tra la SS98 Adriatica e la SS258 Marecchiese, note come Via Circonvallazione Nuova e Via Marecchiese, come “Rotonda Don Quintino Sicuro - Finanziere, eremita e sacerdote (1920-1968)”.
La commemorazione, preceduta da un excursus biografico sulla vita del già Sottobrigadiere della Guardia di Finanza, si è svolta alla presenza del Sindaco della città del Rimini, il Prefetto, il Questore, il Vescovo della Diocesi di Rimini, il Cappellano Militare, oltre ad altre Autorità civili, militari e religiose di Rimini e provincia, due nipoti di Don Quintino Sicuro ed una nutrita rappresentanza di associati alle Sezioni di Melissano (LE), Montegallo (AP) e Sarsina (FC) dell’Associazione “Amici di Don Quintino”. Successivamente, presso la rotonda da intitolare, si è proceduto allo scoprimento della targa commemorativa, effettuata a cura della Sig.ra Francesca Manco, nipote di Don Quintino Sicuro, del Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e del Comandante Provinciale di Rimini Col. t. ST Alessandro Coscarelli, benedetta dal Vescovo della Diocesi di Rimini, S.E. Mons. Nicolò Anselmi, assistito dal Cappellano Militare di stanza nella città di Bologna, Don Daniele Benecchi.
Di seguito una breve biografia:
Don Quintino SICURO nacque a Melissano (LE) il 29 maggio 1920.
Nel 1939 si arruolò nel Corpo della Guardia di Finanza diventando, nel 1946, Vicebrigadiere. Visse il suo servizio distinguendosi per “sacrificio ed abnegazione”. Da questo stato, Dio lo chiamò al Suo servizio mediante un radicale mutamento della vita.
Povertà e imitazione di Cristo furono una sua libera scelta, che realizzò a 27 anni fra l'ammirato stupore della gente, in modo originale, deciso, coerente e gioioso.
Devotissimo della Madonna, affidò alla Sua guida materna il cammino non facile.
La redenzione piena della sua giovinezza fece tappa prima a Treia (MC), poi negli eremi di Montegallo (AP), Monte Carpegna (PU) e S. Alberico (FC) ove realizzò la sua più alta aspirazione: il sacerdozio.
Fece dell’eremo di S. Alberico, a lui affidato in custodia dal Vescovo di Sarsina, un centro di accoglienza e spiritualità per tanti sacerdoti e laici, che salgono lassù in cerca di pace e di verità.
Nell'ansia di portare Cristo ai fratelli, visse donando e donandosi fino alla morte che lo colse improvvisa sul valico del Monte Fumaiolo in un ultimo slancio di generosità, il 26 dicembre 1968.
Il 1° novembre 1985 il Vescovo di Cesena-Sarsina introdusse la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio, processo che si è concluso il 28 agosto 1991.
Il 27 maggio 1993 gli atti processuali sono stati consegnati alla Congregazione del Santi in Roma.
Il 16 dicembre dello stesso anno presso il Comando Generale della Guardia di Finanza in Roma, si è aperta la fase Vaticana dell'iter di indagini che porterà al riconoscimento delle virtù eroiche e della santità di vita del Servo di Dio, allo stato non concluso.