Con Airbnb il Comune ha firmato nei mesi scorsi, tra i primi in Italia, un accordo per la riscossione dell’imposta di soggiorno per i turisti che alloggiano a Rimini prenotando attraverso la piattaforma.
L’accordo è scattato il 1° aprile è prevede che sia Airbnb a riscuotere l’imposta di soggiorno dovuta dagli host già al momento della prenotazione per versarla poi al Comune. I prezzi degli alloggi disponibili in piattaforma sono già comprensivi dell’imposta di soggiorno, calcolata al 3% del canone corrisposto, con il limite massimo previsto per legge di 5 euro a persona per notte di soggiorno. L’imposta viene è poi versata direttamente all’ente con cadenza trimestrale.
La somma di 18.500 euro versata al Comune fa quindi riferimento al trimestre aprile-giugno ed è ampiamente in linea con la previsione annuale (40mila euro complessivi).
“Pur trattandosi di una cifra contenuta, rappresenta un dato sicuramente incoraggiante – sottolinea l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasini – soprattutto se rapportato all’anno scorso, quando ad esempio nell’intero anno per gli appartamenti turistici sono stati versati 9 mila euro di imposta. Non si possono fare confronti, ma ciò che ci interessa e vedere come si stia andando verso l’obiettivo prefissato e cioè quello di rendere omogeneo il trattamento tra i diversi operatori del settore dell’ospitalità, con regole comuni e certe sia per le strutture tradizionali sia per i nuovi soggetti sul mercato”.
A fine febbraio erano 930 gli annunci di Airbnb a Rimini (+21 % rispetto all’anno precedente). Secondo la stima degli uffici, ad oggi sono circa trecento le strutture registrate sulla piattaforma tra appartamenti e qualche residence, per un volume di canone di locazione di circa 600mila euro. Si calcola quindi che, in media, un host abbia ricavato 2mila euro nell’arco del trimestre.