L’incontro, al quale erano presenti anche altri esponenti della Giunta tra cui gli assessori Jamil Sadegholvaad, Anna Montini, Mattia Morolli e molti consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, è stata l’occasione per il vicesindaco per ricapitolare- anche attraverso il supporto di una serie di slide- il percorso cronologico, tecnico, amministrativo e politico che ha portato all’elaborazione del piano recentemente approvato e che prevede l’integrazione di sei famiglie riminesi di etnia sinti – 32 persone, di cui 7 bambini – in cinque microaree famigliari distribuite sul territorio comunale e la sottoscrizione di un rigoroso ‘contratto’ il quale prevede, in caso anche di singola violazione, la risoluzione del contratto di locazione della soluzione abitativa.
“E’ stata un’occasione di discussione e confronto molto interessante – dichiara il vicesindaco con delega al sociale – che ci ha permesso di riepilogare il lungo e articolato lavoro portato avanti negli ultimi mesi, rappresentando il quadro normativo e amministrativo nel quale ci stiamo muovendo. Abbiamo spiegato l’evoluzione delle leggi in materia, sia europee sia italiane e regionali, partendo da un presupposto da cui non si può prescindere, per ragioni amministrative ma anche e soprattutto di civiltà: il superamento della vergogna di via Islanda. Siamo partiti dalla fotografia scattata dai sopralluoghi dell’Ausl del febbraio 2016, dal quale emergevano le gravi situazioni igienico sanitarie dell’insediamento e i gravi rischi per la sicurezza e l’incolumità dei suoi abitanti. Una situazione che si protraeva da troppo tempo e che oggi è arrivata ad un punto di svolta che impone di intervenire. Oggi l’Amministrazione è chiamata a dare una risposta altrettanto decisa e dignitosa per la comunità e per le persone ad una vicenda che coinvolge poco più di trenta cittadini riminesi, gran parte dei quali nati e cresciuti nel nostro territorio. Del resto il compito di chi ha la responsabilità di guidare una città è quello di rispondere ai problemi della sua comunità, sulla base delle leggi vigenti, anche quando la strada appare complessa per un lungo e travagliato trascorso. Anche ieri sera infatti c’è stato chi, per contrastare il progetto, ha ricordato che sono più di 20 anni che la situazione è quella attuale; questo per l’Amministrazione è un ulteriore stimolo ad essere coerenti ed intervenire. Coerenza tra il dire e il fare che in alcuni casi ieri sera è mancata; se è vero infatti che tutti o quasi sono d’accordo che l’insediamento di via Islanda debba essere chiuso una volta per tutte, non si può dire che ieri da parte di chi contesta le scelte dell’Amministrazione - e mi riferisco in particolare ai rappresentanti politici – siano arrivate proposte alternative, idee, contributi. A meno di considerare come ‘seria proposta alternativa’ quella esplicitata dal consigliere comunale della Lega che testualmente ha detto ‘lasciamo tutto come sta in via Islanda, poi ci penserà Salvini in futuro a dare soluzioni e strumenti’”.
Il programma coinvolge 6 famiglie per un totale di 32 persone, che saranno dislocate in 5 microaree pubbliche, attrezzate per ospitare moduli abitativi, distribuite omogeneamente sul territorio comunale e scelte al termine di una articolata di ricognizione tecnico-amministrativa. I moduli abitativi saranno assegnati attraverso un contratto di locazione, che prevede il pagamento di un canone e una serie di obblighi a carico dei contraenti. La proposta di programma è pubblicata in albo pretorio allo scopo di raccogliere contributi e osservazioni di cittadini, prima del passaggio in Consiglio Comunale a cui spetta l’approvazione definitiva.