C’è uno Stato che modifica in modo unilaterale i patti presi con il privato. E sono accordi pesanti e delicati visto che su questi sono stati costruiti piani industriali sui quali si regge la vita stessa delle darsene turistiche.
C’è un impressionante e contraddittorio coacervo di decisioni e sentenze di Tar, Consiglio di Stato, Corte Costituzionale che, se visto dall’alto, dimostra come la legge si applichi a seconda di questa o quella provincia, perdendo di vista ogni quadro d’insieme e ogni unitarietà di giudizio uniforme sull’intero territorio italiano.
C’è un Parlamento che, nonostante le sollecitazioni del Comune di Rimini in questi anni, non ha saputo riportare la questione a uno scenario che tornasse a dare certezze al privato e ai privati, permettendogli di operare in un contesto non minaccioso per il presente e il futuro.
C’è tutto questo e molto d’altro per comporre il perimetro di un pasticciaccio brutto, dentro il quale rischiano di finire investimenti, lavoratori, il futuro di città intere come Rimini che sulla darsena turistica ha puntato parecchie delle sue opportunità di crescita e sviluppo.
Per tutto questo, insieme ad Anci, ci facciamo ancora una volta promotori delle istanze giuste e legittime di Marina di Rimini e delle darsene turistiche del Paese, sostenendo con determinazione ogni iniziativa di oggi e di domani, che abbia come obiettivo la soluzione in Parlamento di questa paradossale questione.
In queste settimane ho lavorato con il Presidente di Anci, Antonio De Caro, concordando con lui la redazione di una proposta normativa e anche un emendamento alla Legge di Stabilità che verranno inviate al Governo per risolvere alla radice questa situazione assurda.
Le Marine, le darsene, in un Paese che si affaccia sul Mediterraneo sono infrastrutture strategiche e per questo da sostenere. Così come lo straordinario driver della cosiddetta ‘Blue Economy’, che va dalla marineria, ala nautica e alle filiere ad essere riconducibili. Tutto quello che nel nostro Paese non è avvenuto e non avviene. Noi stiamo con la darsena”.