Il primo banco di prova è quello di evitare che la necessità di non creare assembramenti possa portare ad un uso massiccio delle auto private per gli spostamenti, che potrebbe essere vista come unica risposta alla richiesta di sicurezza. Una "corsa all’automobile" che comporterebbe un’inversione di rotta rispetto a quel percorso di promozione di una mobilità sostenibile così convintamente perseguito e sul quale tanto si è investito negli ultimi anni. Come allora coniugare le misure di prevenzione igienico-sanitaria ad una mobilità a basso impatto ambientale, garantendo al contempo un servizio di trasporto pubblico efficiente, sicuro? È un tema urgente, che è stato affrontato anche ieri in un confronto promosso da Anci tra assessori alla mobilità di alcuni comuni italiani, per condividere problematiche e proposte.
Pur con le notevoli peculiarità e differenze che caratterizzano i diversi territori, il presupposto è comune: serve un’azione coordinata e di sistema che coinvolga i diversi settori interessati, dalla scuola al mondo del lavoro, oltre naturalmente a quello dei trasporti.
1. Il primo passo infatti è quello di intervenire sulla domanda, rivedendo anche i tempi di scuola e lavoro per ridurre gli spostamenti nel corso della giornata senza avere i ‘picchi’ a cui siamo stati abituati fino ad ora. Questo significa stimolare lo smart working, trasformando la necessità imposta dal covid-19 in opportunità; per il territorio di Rimini bisognerà soprattutto aprire una riflessione sulla rimodulazione a settembre degli orari di entrata e uscita da scuola. Ad esempio distribuire lezioni sull’arco dell’intera giornata e usare in alcuni casi la didattica a distanza potrebbe aiutare a riorganizzare il trasporto pubblico per gli studenti, con mezzi meno affollati. È evidente che su questo serve un forte coordinamento tra mondo della scuola e rete di trasporti a tutti i livelli (nazionale, regionale, locale). È un tema che come ambito Romagna, anche tramite l’Agenzia della Mobilità Romagnola, abbiamo già sottoposto anche alla nostra Regione.
2. In parallelo bisognerà investire sull’offerta. Serviranno più mezzi in alcune ore della giornata per garantire i distanziamenti? Possibile, ma c’è altro. Serviranno investimenti per proseguire con una costante sanificazione dei bus e si potrà valutare l’introduzione di strumenti che consentano di tracciare in tempo reale il grado di riempimento dei mezzi. Ad esempio si possono usare app/tecnologie che informino passeggeri se i veicoli in arrivo hanno raggiunto la capienza massima consentita dalle misure di distanziamento (così come già avviene per gli avvisi sui tempi di arrivo).
3. Il rischio affollamenti può tradursi anche in uno stimolo per promuovere, oggi ancor più di ieri, la mobilità attiva, cruciale soprattutto nelle città di medie e piccole dimensione, dove spesso gli spostamenti sono entro i 5 km. Su queste distanze ci sono altre forme di mobilità ‘privata’ a cui ricorrere al posto dell’auto: la pedonalità, la ciclabilità, la micro mobilità elettrica per citarne alcune. Dobbiamo incentivare gli spostamenti a piedi, in bici e sfruttare anche al massimo tutti i sistemi di sharing che in molti contesti possono integrare efficacemente il trasporto pubblico.
4. In questo senso la stagione estiva potrebbe servire come periodo importante di sperimentazione anche per ampliare gli spazi in sicurezza dedicati a chi si muove a piedi, in bici, in monopattino. Soluzioni rapide ed eventualmente temporanee, sulla scia di quanto già stanno facendo diverse città europee, come aumentare le zone trenta o le aree di transito dedicate ai ciclisti con interventi ‘temporanei’, realizzati in gran parte con sistemi di segnaletica e sistemi di protezione.
Il confronto aperto a livello nazionale - e che coinvolge anche le associazioni impegnate nella tutela ambientale e della mobilità sostenibile - dovrà tradursi in prime proposte subito applicabili. Naturalmente servono risorse sia sul trasporto pubblico sia sugli interventi urbani a supporto della mobilità attiva. Su questi temi Anci sta interloquendo con il Governo aprendo anche alla possibilità di valutare la rimodulazione di quote di finanziamenti già assegnati, destinandoli all’attuazione di una serie di azioni a livello locale, che oltre ad una valenza sanitaria, rappresentano soluzioni sostenibili in grado di agevolare la vita e la mobilità delle persone.
Nel frattempo, nel nostro Comune, appena potranno ripartire a pieno regime i cantieri, procederemo con gli interventi già programmati (es. ciclabile via Coletti, ciclabile asse via Roma/Ugo Bassi/Settembrini), cercando di accelerare su alcune opere di più rapida realizzazione, quali ad esempio la messa in sicurezza della ciclabile di via Flaminia, già finanziata dagli interventi del Collegato Ambientale. Nel caso poi si rendessero disponibili risorse aggiuntive per interventi ‘temporanei’ dovremo aprire un ragionamento sulla messa in sicurezza pedonale/ciclabile di assi prioritari che attraversano la nostra città, come ad esempio l’asse della via Emilia, e dei poli scolastici”.