Il Comune di Rimini onora la Giornata europea dei Giusti

Il Comune di Rimini onora la giornata dei Giusti promossa dal Parlamento europeo “per commemorare il 6 marzo coloro che si sono opposti con responsabilità individuale ai crimini contro l’umanità e ai totalitarismi”.
Data di pubblicazione

Delle tre iniziative in programma, momento centrale sarà l’apposizione della targa commemorativa per onorare il Giusto tra le Nazioni Guido Morganti, il "sarto di Cattolica" che, nel novembre del 1943, si prodigò in aiuto di un gruppo di ebrei ferraresi e mantovani in fuga dalla persecuzione razziale, conducendoli nella vicina Mondaino, suo paese natale, dove vissero sotto falso nome fino al termine della guerra. I salvati, appartenenti alle famiglie Finzi, Rimini e Vivanti, erano tredici di cui sei i bambini.

Il nome di Guido Morganti andrà così ad aggiungersi a quelli di Ezio Giorgetti, albergatore bellariese, e Osman Carugno, maresciallo dei Carabinieri, nominati Giusti fra le Nazioni dallo Yad Vashem in Israele, e degli uomini e delle donne che tra il 1943 e il 1944 diedero rifugio e protezione sul territorio riminese e il Montefeltro a 41 ebrei stranieri in fuga dalle deportazioni.

Il momento celebrativo avrà inizio alle ore 11,30 nel Giardino dei Giusti presso il Parco XXV Aprile (nella zona attrezzata lato Ponte di Tiberio) inaugurato lo scorso anno dal Comune di Rimini in ricordo di tutti coloro che durante la dittatura nazi-fascista non esitarono a rischiare la propria vita per prestare soccorso agli ebrei perseguitati.

“Un evento - ha detto l’assessore ai servizi al cittadino Irina Imola aprendo la cerimonia -  con cui la città di Rimini conferma il proprio impegno non solo nel preservare la memoria della storia della deportazione e della Shoah a cui ha dedicato da cinquant’anni un progetto specifico di Educazione alla Memoria, ma anche la volontà di promuovere una politica di educazione alla responsabilità individuale, nella convinzione che al racconto del male e dell’orrore dei campi di concentramento e dei genocidi vada affiancato il ricordo del bene e dell’eroismo quotidiano. È necessario ricordare e onorare quella minoranza di uomini e donne comuni, che scelsero di non rimanere indifferenti ed ebbero comportamenti coraggiosi e solidali, per dimostrare che, la scelta secondo coscienza, anche in un contesto di brutale dittatura, è sempre possibile.”

Nella serata invece, con inizio alle ore 21 al Teatro degli Atti di via Cairoli, lo spettacolo teatrale “la Scelta” scritto e interpretato da Marco Cortesi e Mara Moschini che  racconteranno quattro storie vere di coraggio, fratellanza e di libertà, provenienti da uno dei conflitti più atroci, sanguinosi e assurdi che l'essere umano abbia mai combattuto: la guerra nella ex Jugoslavia negli anni Novanta. Raccolte da Svetlana Broz (nipote di Tito) che ha lavorato sul fronte di guerra come medico, queste quattro storie sono esempi di eroismo e umanità, di persone che hanno avuto il coraggio di scegliere di rompere la catena dell'odio e della vendetta per salvare un altro essere umano. Al termine dello spettacolo, incontro e dibattito con gli artisti, coordinato da Fabio Cassanelli e Patrizia Di Luca con la partecipazione di Irina Imola, assessore del Comune di Rimini.

OSMAN CARUGNO E EZIO GIORGETTI

Nell'albergo Savoia, salvarono la vita ad un gruppo di ebrei

Notizie tratte dalla testimonianza scritta di Josef Konforti, tradotta dall'ebraico da Lea Benveniste Nissim nel gennaio 1995

La testimonianza è composta da circa 100 pagine, in cui si raccontano le vicissitudini e le peregrinazioni di un gruppo di ebrei rifugiatisi in Italia dalla Jugoslavia e in fuga dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943, da Asolo fino a Bari, passando per Adria, Bellaria e Pugliano Vecchio. Alle iniziali 18 persone, tutti parenti, si erano aggiunti altri familiari e alcuni profughi incontrati lungo il cammino, fino a raggiungere i 38 componenti. A Bellaria il gruppo è ospitato presso un albergo ancora aperto, il "Savoia" di Ezio Giorgetti, con cui si istaura un clima di collaborazione che si trasforma ben presto in solidarietà e con alcuni ospiti, tra i quali Josef Konforti e suo suocero Ziga Neumann, anche in amicizia. Il 5 maggio 1964 Ezio Giorgetti ha ricevuto il titolo di "Giusto tra le Nazioni" a Gerusalemme dallo Yad Vashem, per l'aiuto prestato a questo gruppo di ebrei e a Bellaria-Igea Marina gli è stata intitolata una piazza.

Oltre all'albergatore, altre due persone fornirono il loro incondizionato sostegno: il marescialloOsman Carugno, comandante della caserma dei Carabinieri di Bellaria, che è stato insignito dell'onorificenza di "Giusto tra le Nazioni" il 14 aprile 1985, e il commerciante Giuseppe Rubino, originario di Barletta, ma proveniente da Milano e sfollato a Bellaria per sfuggire ai bombardamenti. Il 25 aprile 2004 sia a Giorgetti che a Carugno è stata dedicata una quercia che li ricorda nel Parco Urbano di Igea Marina.

 


GUIDO MORGANTI 1893 - 1957

Il sarto che salvò due famiglie ebree dalla deportazione

Guido Morganti riceve il 20 novembre 2007 il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni, per aver salvato 13 componenti delle famiglie ebree Finzi e Rimini dalla deportazione nei campi di concentramento nazisti.

Il premio viene consegnato nella sala consigliare di Palazzo Mancini a Cattolica alla figlia Bruna da un rappresentante dell'ambasciata israeliana. Morganti era infatti scomparso nel 1954 all'età di 63 anni.

La storia è raccontata nel libro Qualcuno si è salvato di Moisè Cesare Finzi (ed. Il Ponte vecchio, 2006), uno dei componenti della famiglia aiutato da Guido e dalla moglie Ada.

Poco dopo l'8 settembre 1943 Finzi, che all'epoca aveva 13 anni, per evitare la cattura è costretto a fuggire in gran fretta con la propria famiglia e quella dello zio materno Giuseppe Rimini.

Il gruppo arriva a Gabicce e ottiene, grazie all'aiuto del segretario comunale Sgarbi, nuovi documenti falsi. Ma il luogo non è sicuro perchè lì tutti loro sono conosciuti con il vecchio nome. Prima di ripartire passano a ritirare le stoffe lasciate nel frattempo a Guido Morganti, il sarto a cui avevano chiesto di confezionare dei cappotti, in previsione di una fuga lunga e difficile, con l'inverno alle porte.

Mentre sono nella bottega qualcuno involontariamente si lascia sfuggire la propria vera identità. Morganti riconosce nel cognome Rimini quello di un conoscente di Mantova che anni prima aveva aiutato la sua famiglia. In due giorni organizza il trasferimento degli ebrei e li porta personalmente con un carro trainato dai buoi a Mondaino, in provincia di Rimini, dove il gruppo riesce a nascondersi fino alla fine della guerra, scampando alla deportazione.

Guido avrebbe potuto segnalare la presenza di ebrei alla polizia e ne avrebbe ricavato, sulla base di un triste tariffario allora in vigore, una considerevole somma.

Morganti non ha mai parlato del suo gesto, di cui aveva messo al corrente solo la moglie. Il resto della famiglia lo ha saputo dal cugino di Finzi, l'avvocato Cesare Rimini. Figli e nipoti lo ricordano come persona generosa e umile, piena di umanità.




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Ultimo aggiornamento

15/05/2023, 17:01