"Attorno al Ceis le macchine parcheggiano attorno alla rete - hanno detto i portavoce di tutti i ragazzi del Centro educativo Italo Svizzero fondato da Margherita Zoebli all'indomani della seconda Guerra mondiale -. Inquinano e rendono difficoltoso andare a scuola in sicurezza. Noi vorremmo invitare tutti a un maggior rispetto per l'ambiente e per i bambini del Villaggio, e lo vorremmo fare con degli inviti gentili, magari con disegni sulla strada, dei simboli che ricordino a tutti che lì vivono e studiano dei bambini."

"Non ci crederete - ha risposto il sindaco che al Ceis ha trascorso i primi otto anni di scuola - ma anche noi abbiamo pensato a questo, e tra breve mi piacerebbe farvi conoscere un progetto a cui il sindaco e la giunta stanno lavorando. Un progetto come il vostro perché i bambini possano muoversi liberamente nella città attraverso percorsi protetti, in sicurezza, guidati da percorsi tracciati con disegni, giochi e frasi. Perché la città è vostra e non solo dei grandi che vanno in auto."

La visita si è conclusa con l'impegno a nuovi incontri "perché è importante - ha detto il sindaco leggendo ai ragazzi la poesia di Gianni Rodari - mantenere un orecchio acerbo, "un orecchio bambino, che mi serve per capire le cose che i grandi non stanno mai a sentire. Ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli, le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli, capisco anche i bambini quando dicono cose che a un orecchio maturo sembrano misteriose."