Ed infatti una Ducati 955, versione americana della 916 Superbike della quale esistono solo tre esemplari, una MV Agusta F4 1000 Veltro del gemellaggio con il 23° Gruppo Caccia del 5° Stormo, una Bimota Kb1 e la T12 Massimo, la sua ultima realizzazione, hanno fatto da scenografia eccezionale all’evento che si è concluso con lo disvelamento del busto in onore del Maestro realizzato dall’artista Renzo Jarno Vandi che di Tamburini fu collaboratore all’interno del CRC, il Centro Ricerche Cagiva. Una scultura molto particolare che troverà, come ha ricordato il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi che ha voluto partecipare all’evento - in uno dei parchi della città che insieme ai familiari di Massimo Tamburini sarà scelto.
“Un uomo eccezionale – lo ha ricordato il Sindaco Gnassi che a nome della Città di Rimini gli consegnò proprio nel 2012 il Sigismondo d’Oro, la massima onorificenza cittadina – che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere. Massimo Tamburini è stato un tecnico e designer riminese che con le sue motociclette ha fatto sognare i motociclisti di tutto il mondo ed ha saputo interpretare e trasformare con quella genialità straordinaria che nasce dal lavoro artigianale col suo sogno e con la sua passione quello di tanti appassionati che come me sono qui in tanti questa sera.
Massimo – ha proseguito il sindaco - ha saputo raccontare attraverso la realizzazione di autentici capisaldi della storia del motociclismo uno degli amori più grandi che accomuna le nostre genti e la nostra terra che per questa passione che da nord a sud l’accomuna è divenuta universalmente celebre come la “terra de mutor”, una comunità di cui Tamburini ne ha interpretato nel senso più vero il carattere, i tratti più autentici di quella genialità che senza lustrini o artifici è uno dei suoi tratti distintivi.”
Tanti gli interventi appassionati e commossi che hanno fatto seguito da chi a Massimo Tamburini, per vicende diverse, è stato legato, da Marco Riva general managerdi Yamaha motor racing al preparatore Franco Bursi, a Paolo Bianchi successore di Tamburini nella direzione del Centro ricerche di San Marino, all’indimenticabile Virginio Ferrari, pilota straordinario e protagonista del moto mondiale negli anni ’70 e ’80, al “folle” Giancarlo Falappa le cui imprese sulla 916 sono ancora stampate negli occhi e nel cuore degli appassionati, a Livio Lodi, curatore del Museo Ducati di Borgo Panigale, ad Andrea Albani, direttore del circuito Marco Simoncelli di Misano, per finire col giornalista Maurizio Bruscolini che ha recentemente chiuso la sua carriera di successo ma che nel suoi trascorsi fu vigile urbano ad Urbino dove si recava al lavoro in impennata con la sua Bimota special.
Un insieme appassionato di ricordi che si è concluso con lo scoprimento del busto da parte delle figlie Morena e Simona, colonne della con Massimo Tamburini srl e Tamburini Corse, insieme al fratello Andrea e alla mamma Pasquina, in un degno finale di una serata – tributo tra gli eventi promossi in occasione del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini in programma dal 13 al 15 settembre sul circuito di Misano Marco Simoncelli.