La prima lezione di Giovedì 19 novembre (ore 17 nella Sala del Settecento della Biblioteca Gambalunga, affronta il pensiero e l'opera di poeti che hanno vissuto in epoche nelle quali la lingua madre, cioè la lingua che si imparava in famiglia (il volgare fiorentino per Dante, il dialetto di Santarcangelo per Baldini) era diversa da quella che si studiava a scuola (il latino per Dante, l'italiano per Baldini). È questa l'esperienza comune che lega Dante a Baldini, e che per certi versi li rende affini, nonostante i sette secoli che li separano.
Davide Pioggia analizza la questione dal punto di vista del linguista, illustrando la condizione sociolinguistica e culturale detta tecnicamente diglossia (coesistenza di una lingua “alta” e una “bassa”); ma offre anche spunti e suggestioni per una successiva analisi letteraria.
Prossime lezioni: giovedì 26 novembre, “I nomi e le cose. Filosofi e poeti fra naturalismo e convenzionalismo”; giovedì 3 dicembre, “L'italiano di Romagna, ovvero Il dialetto che non sappiamo di parlare”.